Aerials
Freestyle, ucciso al fronte l’allenatore Nikita Vasilyev. Guidava la Russia quando era una superpotenza
Dalla Russia giunge una drammatica notizia legata al mondo degli sport invernali. L’ex allenatore della squadra nazionale di Freestyle, Nikita Vasilyev, è rimasto ucciso in combattimento in Ucraina durante l’offensiva che le forze armate russe stanno effettuando attorno alla città di Pokrovsk.
Il nome, a chi conosce a fondo il mondo degli sport invernali, è ben noto. Soprattutto perché guidava la Russia quando questa era la nazione di riferimento nel Freestyle. Non bisogna dimenticare come, agli ultimi Mondiali nei quali hanno potuto partecipare (2021), i russi abbiano raccolto la bellezza di 14 medaglie iridate (di cui 6 d’oro), portando il proprio Paese in cima al medagliere.
I Giochi olimpici di Pechino 2022 furono invece una delusione, ma arrivarono comunque tre medaglie di bronzo. In realtà, l’ambiente interno al movimento era già turbato da una serie di polemiche. In particolare, Vasilyev era entrato in rotta di collisione con Anastasia Tatalina, campionessa del mondo 2021 nel Big Air.
L’atleta l’aveva accusato di molestie e addirittura di essersi indebitamente appropriato di premi a lei spettanti. Vasilyev si era difeso con forza, valutando di adire a vie legali, accusando di diffamazione Tatalina e la sua famiglia.
Altri esponenti di spicco del movimento (e la federazione stessa) avevano preso le parti del tecnico, che aveva comunque rassegnato le proprie dimissioni nella primavera del 2022, dopo ben 7 anni, quando ormai la Russia era stata bandita da qualsiasi competizione internazionale in seguito all’inizio delle ostilità con l’Ucraina.
Della vicenda, infatti, si parlò poco proprio perché nel frattempo lo scenario era radicalmente cambiato. Di Vasilyev si erano perse le tracce, almeno fino a oggi, quando è arrivata la notizia della sua morte, durante le operazioni per la conquista di Pokrovsk, a 36 anni. La fonte è la federazione russa di freestyle.
Al di là delle convinzioni politiche di ognuno e dell’esito di una vicenda controversa (che resterà senza soluzione perché ormai priva di senso, essendo defunto uno dei protagonisti), l’aspetto più pregnante della notizia è rappresentato dal fatto che il conflitto armato ha avuto inizio subito dopo la fine dei Giochi di Pechino 2022 e, a poco più di sette mesi da quelli di Milano Cortina 2026, è ancora in essere. Si è quasi completato un ciclo olimpico, ma nell’Est Europa si continua a sparare; e a morire.