Roland Garros

SINNER PIEGA IL VECCHIO LEONE! Il n.1 al mondo batte Djokovic in 3 set lottati ed è in finale al Roland Garros!

Federico Rossini

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Sinner / LaPresse

Jannik Sinner, per la prima volta in carriera, è in finale al Roland Garros. 49 anni dopo Adriano Panatta, la domenica parigina vedrà il tricolore verdebiancorosso accanto al nome di uno dei due finalisti. Il numero 1 del mondo batte per 6-4 7-5 7-6(3) Novak Djokovic, sconfitto per la quarta volta negli ultimi cinque confronti diretti (ed ora anche il testa a testa è favorevole: 5-4). Seguita a non avere set persi nel torneo Jannik, e l’8 giugno si prospetta un giorno storico, perché sarà la prima volta di una finale Slam tra l’altoatesino e Carlos Alcaraz.

Primi game che vanno avanti senza un reale rischio per l’uno o per l’altro. Più che altro i fattori sono due: il vento, difficile da controllare per entrambi (e da entrambi odiato), e un alto tasso di palle corte di Djokovic, che fino a tutto il quinto gioco ne tenta sei. Sul 2-2 30 pari, però, arriva la prima palla break: sulla risposta profonda di Sinner il serbo manca completamente l’impatto con la palla (in virtù di un cattivo rimbalzo) ed è 3-2 per Jannik. Il numero 1 tiene a zero, dall’altra parte arrivano tentativi di cambiare continuamente soluzioni sintomatici di una generale confusione a livello tattico. Un’altra palla corta molto brutta di Djokovic regala la chance del 5-2 a Sinner, che però mette la successiva risposta in rete. Nel punto seguente l’azzurro gioca una difesa quasi impossibile, forzando il serbo a giocare uno smash a rimbalzo che manda in rete. L’ex numero 1, però, gioca tre ottimi punti e si salva. Poi va sullo 0-30 con un paio di errori dell’altoatesino, che però si riprende alla grande e, nonostante sia abbandonato dalla prima, vince i quattro successivi. In questo modo Jannik si concede di poter servire per il set. Gli servono anche un paio di numeri pazzeschi, in controbalzo sul 15-0 e per rimandare al centro sul 30-0, prima di archiviare la pratica in 48 minuti: 6-4.

Nel secondo parziale il primo game lottato è anche sul servizio di Sinner, il secondo, nel quale spunta anche uno tra i punti del torneo, vinto da Djokovic in virtù di una schermaglia a doppia mandata, a fondo come a rete. Sul 2-2 arriva un bel game in risposta di Jannik, che si vede offrire una palla break perché il serbo non riesce a tirar su una palla bassa con il dritto piuttosto complicata (dopo la quale si lamenta per qualcosa di accaduto nel pubblico). Una seconda sulla riga gli apre la strada per annullare la chance, poi tiene per il 2-3. Il numero 1 si ritrova sotto 0-30 per una questione di millimetri, poi Djokovic regala due volte, Sinner piazza due gran prime e si assicura il 3-3, e poi va di nuovo sul 30-40 con uno schema dritto-palla corta micidiale.

E stavolta il break c’è: il serbo chiama l’italiano a rete, nessuno vince lo scambio, tornano a fondo e il tre volte campione a Parigi lascia andar via la palla che vale il 4-3 al numero 1. Sul 5-4, però, arriva una situazione ancora più critica: prime sparite, quasi di conseguenza 15-40. Prima chance annullata d’autorità con dritto a chiudere, ma sulla seconda il dritto va in rete: 5-5. La tensione continua: Djokovic perde malamente un 40-15 di vantaggio, concedendo un vantaggio a Sinner, che però sbaglia di dritto anche dopo un recupero miracoloso del serbo. Alla seconda palla break, però, Jannik non perdona: il dritto funziona, 6-5. Ed è un game, il dodicesimo, disperatamente lottato per motivi diversi. Si va sul 30 pari: seconda, ma ne esce un ace esterno per il set point, fallito però di rovescio. Ne arriva però un altro, stavolta con un ace nella sua più comune accezione, quindi una prima vicino alla T è troppo per Djokovic: 7-5.

Prima di ripartire, Djokovic chiama un medical timeout per fastidi alla coscia sinistra. Dopo tre game praticamente privi di qualunque argomento, il quarto (1-2 per il serbo) diventa interessante, anche perché di soluzioni il 24 volte campione Slam ne prova diverse. E arriva una palla break, ma ritorna la prima di Sinner che gli porta i successivi due punti; il resto lo fa una seconda mal gestita da Djokovic. La chance ce l’ha poi Jannik, doppia, ma un po’ una risposta non centrata, un po’ un gran punto del serbo e non ci sono cambiamenti. Ci sono giochi che vanno via decisamente più veloci, in un contrasto di stili piuttosto aperto con avvenimenti dei minuti precedenti. Improvvisamente, però, sul 4-5 arriva un momento complicatissimo per l’azzurro, sotto 0-30. E, sul 15-30, è Djokovic a giocare un punto di altissimo livello che gli vale due set point. Il primo viene annullato con un bel punto costruito e chiuso di dritto, l’altro con una prima vicino all’incrocio, la proverbiale T. C’è anche un terzo set point, ma è Djokovic a mandare largo il dritto. Nel punto successivo palla in lungolinea contestata: Djokovic protesta, Sinner controlla e gli assicura che è fuori, capendo che il problema è di due segni vicini. E poi si assicura il 5-5. E c’è anche il 15-30, solo che il serbo non fa più una piega per andare 5-6.

Si va al tie-break, pur con qualche brivido, ed è Jannik il primo ad avere il minibreak di vantaggio. E lo mantiene, anche con un gentile omaggio di Djokovic che lascia per strada uno smash messo in rete da posizione facilissima. Tutto rimane invariato, pur con l’alto livello dei due fino al 5-2. Poi il serbo sbaglia di dritto e offre il 6-2 e quattro match point a Sinner. Il primo lo salva, poi è l’azzurro che serve. Ed è ciò che basta: le braccia alzate al cielo, un senso della storia che arriva, la sicurezza di un campione che l’Italia merita di avere.

Sarà così una domenica veramente italiana a Parigi, perché non solo avremo l’appuntamento con Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, ma anche quello con Sara Errani e Jasmine Paolini contro il duo kazako-serbo formato da Anna Danilina e Aleksandra Krunic. Tra i tanti numeri, ce n’è uno davvero impressionante: Sinner è il più giovane giocatore a raggiungere tre finali Slam consecutive dai tempi di Pete Sampras, che ci riuscì a 22 anni e 158 giorni con Wimbledon e US Open 1993 più Australian Open 1994. Jannik ha 23 anni e 282 giorni, e conta US Open 2024 più Australian Open e Roland Garros 2025. Tre ore e 16 minuti per la storia, 10 ace per un momento, e il tutto in una giornata con la prima malfunzionante (51% in campo, ma 79% di punti vinti). Tutto a dimostrare chi è, oggi, Jannik Sinner.

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