Boxe
Boxe, l’occasione della vita di Claudio Squeo. Sfida all’imbattuto Opetaia, Campione del Mondo dal 2022
Gold Coast, Australia. Qui Claudio Squeo tenterà un’impresa di quelle enormi: è in palio il titolo di Campione del Mondo dei pesi cruiser (vale a dire i massimi leggeri), detenuto dal 2022 dal padrone di casa Jai Opetaia, all’ennesima difesa di questa cintura, primo nella classifica cruiser di The Ring e anche in quella IBF, la stessa in cui l’italiano è al momento quattordicesimo.
Opetaia, per rendere l’idea della situazione, ha conquistato il titolo contro il lettone Mairis Briedis il 2 luglio 2022, sempre a Gold Coast, per poi andare a difendere il proprio alloro contro Jordan Thompson alla Wembley Arena il 30 settembre 2023 e sconfiggere di nuovo Briedis il 18 maggio 2024 a Riad, dove ha anche battuto Jack Massey lo scorso 12 ottobre. Ultima difesa contro David Nyika, australiano anche lui, lo scorso 8 gennaio.
All’atto pratico, Squeo è chiamato a un tentativo di quelli che formano l’equivalente dello scalare le montagne, un’autentica missione. Il pugliese, 34 anni e 17 vittorie su altrettanti combattimenti di cui 9 per KO, è arrivato da alcuni giorni in Australia assieme alle due lauree conseguite in Giurisprudenza e Scienze Motorie. Una mano gliel’ha data anche Aziz Abbes Mouhiidine, che ormai a livello dilettantistico è diventato una delle colonne tricolori. E soprattutto la mano gliel’ha data la capacità di cogliere al volo l’opportunità presentatasi, perché alcuni che precedevano Squeo hanno deciso di non combattere. Lui sì, lui che non si concede mai una pausa negli allenamenti e che pensava di dover difendere il titolo europeo che aveva conquistato cotnro Niklas Rasanen.
Per quel che riguarda Opetaia, invece, c’è un obiettivo più grande della difesa mondiale in quanto tale. Da una parte l’intera trasformazione del pugilato in Australia, dall’altra la sfida a lungo termine a Zurdo Ramirez con annessa unificazione delle cinture iridate dei cruiser. Mancino, 27 vittorie di cui 21 per KO, sul ring da quando aveva 10 anni, ultimo di un’autentica dinastia di pugili che data fino a quattro generazioni prima della sua, vanta tra i tanti primati quello di esser stato il più giovane pugile aussie a partecipare alle Olimpiadi, a 17 anni a Londra 2012. Ed ha una caratteristica: combatte in qualunque condizione, compresa una mascella rotta (Briedis). Ed è anche uno di grande velocità, di ritmo. Tutte cose che il Red Bull italiano, evidentemente più Toro Rosso che mai, tenterà di neutralizzare.