Roland Garros
Allez Jannik! Sinner contro Alcaraz per il Roland Garros 2025. Storica prima finale tra i due
Jannik Sinner da una parte, Carlos Alcaraz dall’altra. L’attesa è di quelle spasmodiche, e non solo in Italia. Per la prima volta, infatti, i due grandi rivali della nuova era del tennis moderno si affrontano in finale. Teatro: Court Philippe Chatrier, Parigi. In palio c’è il Roland Garros, il secondo Slam dell’anno, per quello che sarà un momento molto particolare. I due, infatti, hanno vinto tutti gli Slam in cui si sono presentati all’ultimo atto. Tradotto: uno dei due dovrà per forza perdere la prima finale quest’oggi. Il tutto in una domenica tutta italiana, stante anche la presenza nella mattina di Sara Errani e Jasmine Paolini nella finale di doppio.
Corre veloce il passo della storia, perché non si può dimenticare come anche una delle tre più importanti rivalità del tennis Open abbia avuto la sua prima volta, a livello di finale Slam, proprio a Parigi. Roger Federer e Rafael Nadal, per la verità, avevano già giocato al meglio dei cinque set, ma una volta era la finale di Miami (al tempo i 3 su 5 c’erano ancora, almeno una volta, nei Masters 1000, che allora erano Masters Series) e un’altra la semifinale proprio al Bois de Boulogne. Vinse il mancino di Manacor in quattro set. Era tutto diverso: c’era ancora il campo 1 (il mitico “Bullring”), lo stesso Chatrier era architettonicamente tutta un’altra cosa, non c’erano i tetti su di esso e sul Lenglen. Anzi, per la verità i tetti c’erano solo in Australia.
Sinner arriva a questo appuntamento sulle ali di un’impresa riuscita a pochi: giungere in finale senza aver perso un set. Ultimo a riuscirci: Nadal nel 2020 (battendo pure uno Jannik poco più che diciannovenne nei quarti). Negli ultimi 25 anni, Nadal in questo senso ce l’ha fatta ben 8 volte, Federer 6, Djokovic, Hewitt e Ferrer una a testa.
Ancor più importante il fatto che il numero 1 del mondo sia all’atto conclusivo avendo giocato una partita perfino sotto il proprio potenziale in alcuni aspetti del gioco contro Novak Djokovic. Il riferimento è soprattutto a una prima che è entrata solo il 51% delle volte, in rapporto a quello che è un per lui più tradizionale 65-70%. Non basterà affidarsi spesso alla seconda, poiché Alcaraz ha l’uso di saltare, letteralmente, dentro il campo per aggredirla: servirà compiere un passo in più su quell’aspetto.
Dall’altra parte, Alcaraz arriva all’appuntamento sapendo di essersi trovato a dover cedere quattro set, compreso il primo in semifinale contro Lorenzo Musetti. Il toscano l’ha messo in difficoltà finché il fisico ha retto, cioè per quasi due ore buone, prima che insorgesse praticamente qualsiasi cosa nella mezz’ora che ha portato al ritiro del numero 2 azzurro. Ad ogni modo, il murciano contro Sinner tende a non avere distrazioni, quelle che invece ha avuto in un certo numero di casi. E gli sono costate, in quei casi tra Marozsan, Dzumhur e il miglior Shelton di sempre sulla terra rossa. Vero è, però, che contro Sinner il numero 2 del mondo l’abbiamo molto raramente visto trovarsi incastrato in distrazioni di vario genere, e difatti alcuni match molto ricordati si sono già visti, da Wimbledon agli US Open a Pechino, all’interno di un “head to head” che dice 4-7 ufficialmente e 5-8 praticamente.
I numeri: Sinner va a cerca del quarto titolo Slam della propria carriera, nonché del terzo consecutivo. E, a questo proposito, va detto che c’è un altro dato quasi mostruoso che riguarda Jannik: 20 vittorie consecutive, o più, negli Slam sono riuscite solo a Laver, Connors, Borg (2 volte), McEnroe, Sampras, Federer (3 volte), Nadal e Djokovic (5 volte). Tre finali Slam in fila, poi, nel nuovo secolo le hanno realizzate solo i Big Four (Murray compreso), con il picco di Federer che ne ha vissute 10 di fila, un numero probabilmente imbattibile assieme alle sue 23 semifinali e ai suoi 36 quarti di finale di fila. E ancora: 29 set vinti consecutivamente negli Slam, roba da paragonarlo a Federer, McEnroe, Nadal (due volte) e Djokovic. In pratica, Jannik è nel solco non dei grandi, ma dei grandissimi.
Dal canto suo, Alcaraz arriva da una striscia di 12 vittorie consecutive, contando anche Roma (e quella finale con Sinner in cui rischiò, perché si trovò a fronteggiare due set point). C’è anche un dato assolutamente curioso, in un modo che è fuori dell’ordinario, che lo lega a Nadal: disputa la quinta finale Slam a 22 anni, 1 mese e 3 giorni, proprio come il maiorchino quando vinse il suo quinto Slam, vale a dire Wimbledon 2008 (cioè quella che è ritenuta la partita più bella di tutti i tempi, contro Roger Federer). In tanti stanno un po’ calcando la mano sul tema, ma è ovvio che si tratta di una pura coincidenza. I suoi picchi di gioco sono e restano elevatissimi, ma la domanda è: per quanto dureranno? In generale la costanza di Sinner può recargli tanti problemi, perché non è mai facile da scardinare. Anzi, in verità l’unico a esserci riuscito negli ultimi 49 incontri dell’altoatesino è lui.
In poche parole, a questo punto non c’è che da appassionarsi a questo ultimo atto, perché si tratterà del primo da 49 anni a questa parte con un coinvolgimento tricolore in campo al maschile. Fu l’anno del trionfo di Adriano Panatta, quel 1976. Nel frattempo c’è stato il 2010, con la cavalcata di Francesca Schiavone. E, a 15 anni da allora, Jannik Sinner è lì, pronto a prendersi la sua chance. Ci sarà l’intera Italia a sostenerlo, anche in virtù della copertura tv ampliata da Nove.