Ciclismo
Pagelle Giro d’Italia 2025: Simon Yates ha imparato la lezione, la UAE è riuscita a perdere, bravo Pellizzari
PAGELLE GIRO D’ITALIA 2025
Ventesima tappa, sabato 31 maggio
Chris Harper, 8: a 30 anni si regala la vittoria più importante della carriera in una tappa che rimarrà iconica nella storia del Giro d’Italia. Il gruppo ha lasciato fare e l’australiano ha capitalizzato l’occasione gestendosi al meglio sul Colle delle Finestre e piazzando l’affondo decisivo nel tratto in sterrato.
Alessandro Verre, 7,5: ha sognato a lungo la prima affermazione da professionista, ma il sogno è sfumato al cospetto di un Harper più forte. Non essendo uno scalatore puro, si è letteralmente superato sulla Cima Coppi di questa Corsa Rosa, gettando il cuore oltre l’ostacolo, ma non è bastato per il bersaglio grosso.
Simon Yates, 10 e lode: nel 2018 era crollato sul Colle delle Finestre. Si trovava in maglia rosa e arrivò al traguardo con quasi 40 minuti di ritardo. Oggi realizza un ribaltone che rimarrà negli annali: aveva 1’21” di ritardo da Del Toro, lo vince con un vantaggio di 3’56” sul messicano… È vero che ha sfruttato il tatticismo esasperato tra Del Toro e Carapaz, ma la sensazione è che oggi il britannico fosse molto più brillante degli avversari, come se avesse conservato tutte le energie proprio per la frazione odierna, memore dell’esperienza di 7 anni fa.
Wout Van Aert, 10: decisivo per la vittoria del Giro d’Italia di Simon Yates. Entra nella fuga iniziale di giornata, poi si mette a disposizione del capitano nella discesa del Colle delle Finestre e, soprattutto, sulla successiva ascesa di Sestriere, imponendo un ritmo indemoniato che fa alzare bandiera bianca agli inseguitori.
Isaac Del Toro, 5: alla fine in UAE Emirates sono riusciti a perdere questo Giro d’Italia. Il messicano non ha dato un cambio a Carapaz sul Colle delle Finestre, limitandosi a rimanere a ruota ed a rispondere agli scatti. Peccato che tra i due litiganti ne abbia beneficiato Simon Yates. Il talento non manca a questo ragazzo di 21 anni, tutt’altro. Ma a livello strategico ha commesso tanti errori in queste tre settimane. Un’esperienza di cui fare tesoro.
Richard Carapaz, 5: ci ha provato più con la testa che con le gambe. I suoi attacchi non erano esplosivi come all’inizio della settimana e non è mai riuscito a liberarsi di Del Toro. Nel 2019 vinse il Giro d’Italia sfruttando il marcamento esasperato tra Vincenzo Nibali e Primoz Roglic. Oggi si è ritrovato dalla parte opposta della barricata.
Derek Gee, 6.5: anche oggi una prestazione di grande sostanza per il canadese, grande sorpresa di questa edizione.
Damiano Caruso, 7,5: chiuderà la carriera con un 2°, 4° e 5° posto al Giro d’Italia. Di questi tempi, per il nostro ciclismo, sono risultati sensazionali. A quasi 38 anni ottiene una top5 straordinaria, lui che era partito per fare da gregario ad Antonio Tiberi e neanche sapeva se avrebbe proseguito nella prossima stagione. Sulla salita ha finale ha persino tentato un allungo con grande generosità. Un esempio per i più giovani.
Giulio Pellizzari, 6,5: sembrava una giornata difficilissima, perché si era staccato immediatamente sulle pendici del Colle delle Finestre. Invece è riuscito a gestirsi con sapienza, riuscendo anche a guadagnare una posizione e chiudere al sesto posto. Un risultato di prestigio, se pensiamo che per due settimane ha lavorato come gregario di Roglic (spendendo non poche energie). In queste ultime tappe ha dimostrato, senza mezzi termini, di poter (anzi, di dover!) fare il capitano in una grande corsa a tappe. Cosa gli manca? Deve migliorare la rasoiata in salita.
Egan Bernal, 4: ha concluso un Giro d’Italia di grande sofferenza, in cui ha pagato costantemente dazio in salita. Viene da chiedersi se tornerà mai sui livelli di un tempo.
Davide Piganzoli, 4,5: una Corsa Rosa anonima, sempre nelle retrovie. Puntava alla top10, alla fine conclude 14° a quasi mezz’ora. Da molti è considerato una speranza per il ciclismo italiano, ma i segnali per ora non sono confortanti. Appare persino regredito rispetto alla passata stagione.