Ciclismo
Ciccone gregario o uomo di classifica? Le dichiarazioni sono chiare
Giulio Ciccone ha gareggiato da vero uomo squadra nella prima tappa del Giro d’Italia 2025, lavorando alacremente per il compagno di squadra Mads Pedersen lungo la salita di Surrel posta a 11 km dall’arrivo di Tirana e la seguente discesa. L’abruzzese ha tenuto un ritmo sostenuto per cercare di sgranare il gruppo e ha ben pilotato il danese, che nel finale ha ripagato tutti gli sforzi profusi dalla Lidl-Trek dettando legge in volata e conquistando la maglia rosa.
Il forcing inscenato dal 30enne, reduce dall’eccellente secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi, è stato impressionante ed esemplificativo dell’eccellente stato di forma che sta attraversando. La tattica era stata studiata a tavolino e l’obiettivo è stato pienamente raggiunto, per grande soddisfazione del sodalizio sponsorizzato dalla nota catena di supermercati: “Era una tappa adatta a lui (Pedersen, n.d.r.), c’era in palio la posta grossa, c’erano maglia e tappa, abbiamo fatto tutto alla grande“, ha dichiarato ai microfoni della Rai
Ma quali sono i reali obiettivi di Giulio Ciccone in questa Corsa Rosa? Cacciatore di tappa con ruoli di gregariato oppure nutre ambizioni di classifica generale? Ne ha parlato chiaramente al termine della frazione odierna: “La mia condizione è buona, oggi era il primo giorno ed era difficile trovare subito buone sensazioni, ma è andata bene. Non mi nascondo: voglio fare quello che mi riesce meglio, vivere alla giornata, attaccare, provare a vincere e farò questo giorno per giorno“.
Le dichiarazioni sono molto chiare: punterà a qualche successo parziale, ma niente ambizioni di graduatoria e niente inseguimenti a una top-10 mai arrivata in carriera nei Grandi Giri. Il suo stato d’animo era lampante: “Non voglio tirarmi indietro, non ho nulla da nascondere: quando c’è da lavorare come oggi lo faccio e quando c’è da provare a vincere lo faccio“.
Questo è un po’ il suo spirito: in classifica generale non è mai andato oltre l’undicesimo posto al Tour de France 2024 e al Giro d’Italia vanta la sedicesima piazza nel 2016. Meglio non snaturarsi inseguendo un obiettivo non nelle sue corde e sfruttare questo grande stato di forma, ammirato anche al Tour of the Alps (successo nella prima tappa) e alla Doyenne, per portare a casa qualcosa di concreto.
Al Giro d’Italia ha già vinto tre tappe (2016, 2019, 2022) e proverà a rimpinguare il bottino o magari inseguirà la maglia azzurra di miglior scalatore già indossata nel 2019 (senza dimenticarsi di quella a pois alla Grande Boucle nel 2023). Sul rapporto con Pedersen: “Lui è un leader eccezionale, è il primo a mettersi a disposizione, tra noi c’è grande intesa e basta uno sguardo“.