Canottaggio
Andrea Panizza: “Siamo un po’ indietro, ma agli Europei saremo competitivi. L’esperienza con il bob non è andata”
Sacrificio e voglia di arrivare. In una pratica come il canottaggio, le basi per il successo sono queste per raggiungere i traguardi prefissati e realizzare i propri sogni. Nell’ultima puntata di OA Focus, condotta da Alice Liverani sul canale Youtube di OA Sport, ospite d’eccezione è stato Andrea Panizza.
Diversi i temi toccati: dal debutto internazionale del 2017 con la medaglia di bronzo nel quattro di coppia maschile ai Campionati Europei di Račice, passando pero l’oro mondiale del 2018, fino all’argento olimpico conquistato a Parigi l’anno scorso. Un sguardo a quanto si è fatto, ma in primis l’attenzione massima a quanto accadrà nell’annata agonistica. Il primo riferimento è agli Europei di Plovdiv (Bulgaria), dal 29 maggio al 1° giugno.
“Abbiamo affrontato un po’ difficoltà, siamo in una fase di carico, ma l’obiettivo sarà fare bene nella rassegna continentale. Siamo indietro un po’ con la preparazione come equipaggio perché è stato l’anno post olimpico. C’è chi si è preso un periodo di vacanza, mentre il sottoscritto si è dedicato a un altro sport (il bob, ndr). Stiamo in tutti i sensi sulla stessa barca per le difficoltà. C’è da lavorare, gli altri equipaggi delle altre nazioni si sono rinforzati, pensando ad alcuni che dal doppio sono passati al quattro”, le parole di Panizza.
“Siamo veramente in tanti in questa competizione. Mi vengono in mente la Spagna e l’Irlanda tra le novità. Ci sono tante barche interessanti da affrontare. Guardando in casa nostra, c’è da curare il nostro stato di forma. Noi non temiamo nessuno, ma sono tutti da scoprire. Speriamo che sia il nostro quartetto da temere“, ha aggiunto l’azzurro.
Entrando nel dettaglio dell’esperienza del bob, l’atleta tricolore ha dichiarato: “Finite le Olimpiadi di Parigi, quattro giorni dopo era già sulla pista di atletica per correre e allenarmi, visto il sogno a Cinque Cerchi dei Giochi di Milano Cortina 2026. Ho provato a competere nelle selezioni, ma non sono stato in grado di passarle. E quindi sono tornato con la testa sul canottaggio“.
Un’esperienza con la squadra nazionale assoluta iniziata otto anni fa: “Ho sempre fatto il quattro di coppia. Nel 2017 io ero il novellino che doveva imparare e ora sono un po’ il Master della barca, ma bisogna sempre lavorare. Nel canottaggio non si è mai perfetti e ci sono cose da affinare“, le impressioni di Panizza.
Parlando proprio dei miglioramenti, c’è un aspetto sulla barca su cui si sta lavorando: “Noi siamo soliti partire molto forte e avere un calo nella parte centrale. Fino ai 1000 metri siamo tranquilli davanti, mentre dai 1000 ai 1500 c’è una flessione. È su questo punto che stiamo intervenendo, ben sapendo che le nostre chiusure sono piuttosto buone. Negli ultimi 250 metri, di solito, sono io che mi faccio sentire per il cambio di ritmo ulteriore. Ci si gioca sempre tanto anche rendendosi conto di quanto fanno gli avversari e quando è il momento di fare la differenza“.
Un equipaggio nel quale ognuno ha il proprio ruolo: “Giacomo (Gentili, ndr) è il capovoga e ha il compito di fare il ritmo e di gestire la gara e comprende cosa fare. Io faccio da tramite tra lui e Luca Rambaldi, che rappresenta un po’ il motore della nostra barca. Una volta era lui al n.2, ma per le Olimpiadi ci siamo invertiti. In questi giorni abbiamo fatto delle prove, scambiandoci nuovamente perché ci sono cose da sistemare. Al n.4 è salito Matteo Sartori, non c’è Luca Chiumento perché è infortunato, e il suo compito di solito è quello di far star comodi quelli davanti e tenere la prua fuori dall’acqua. Un lavoro di fino. Chiumento si sta riprendendo da questo problema al ginocchio, siamo fiduciosi“.
Una disciplina impegnativa il canottaggio, in cui le qualità dei singoli devono fondersi per un riscontro collettivo: “Ci deve essere perfetta sintonia tra noi. Sembra tutto semplice, ma è molto difficile. Ci deve essere l’equilibrio perfetto. Altrimenti, è complicato ottenere l’obiettivo in maniera serena. Tra noi, io sono probabilmente il più pignolo. Nel senso, è capitato anche di ottenere vittorie o podi e io dicevo che la barca aveva fatto schifo, perché si poteva fare meglio. I nostri punti di riferimento sono Europei, Mondiali e Olimpiadi, mentre le tappe di Coppa del Mondo le affrontiamo come prove di confronto“.