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Tennis, l’ITIA annuncia una stretta sul rapporto docce-antidoping

Federico Rossini

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Tennis / LaPresse

Aggiornamento in tema di antidoping da parte dell’ITIA, ed è un tema che sta già facendo discutere per un certo numero di implicazioni. Un breve comunicato è stato rilasciato dall’International Tennis Integrity Agency con un solo, semplice titolo che si può tradurre come “Doccia”.

Questo il contenuto: “L’ITIA, e precedentemente l’ITF, hanno lavorato duramente per assicurarsi che fosse possibile un ritardo entro termini permissibili dei controlli antidoping causato dalle docce post-match, in particolare quando il non farsi la doccia poteva avere un effetto deleterio sulla salute e sul benessere di un giocatore. La doccia, però, non è una concessione, ed è per questo che l’ITIA richiede gentilmente che, mentre si facciano la doccia, i giocatori si attengano al requisito di trovarsi pienamente visibili all’accompagnatore che li osservano in ogni momento. Se un giocatore non si trova a proprio agio nell’essere osservato durante la doccia, suggeriamo che sia presa in considerazione la possibilità di capire se una doccia sia necessaria prima di fornire un campione per il controllo antidoping. Non trovarsi completamente in vista dell’accompagnatore sarà preso in estremamente seria considerazione dall’ITIA“.

Chiaramente, di fronte a questo comunicato si è detto (e scritto) un po’ di tutto, proprio per la natura particolarmente critica (e privata) del concetto di doccia, com’è pressoché ovvio. Ci ha pensato la stessa ITIA, varie ore dopo, a cercare di correggere il tiro, anche perché l’originale “Showering is not an entitlement” suona particolarmente duro nei confronti dei tennisti.

Questo il testo chiarificatore: “Riconosciamo che parti del processo dei test antidoping non sono confortevoli, ma, come per tutti gli sport che osservano le norme WADA, i giocatori cui è notificato il test dopo un match sono osservati per tutto il tempo da un controllore antidoping fino al completamento dello stesso. Questo è un requisito del codice antidoping.

Dopo un match, capiamo che possa servire un po’ di tempo a un giocatore per produrre un campione, e per questo sono permessi ritardi nel report alla stazione di controllo antidoping, compresi il defaticamento e la doccia. Il benessere del giocatore è una priorità, e quindi continueremo a batterci per il loro diritto ad averlo, ma è importante che nessun’attività impatti l’integrità del campione. Ricordiamo regolarmente ai giocatori delle regole specifiche, e siamo felici di ascoltare domande che possano avere“.

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