Ciclismo

Pagelle Giro d’Italia 2024: Pogacar sconfitto, Tiberi lucido, Pellizzari arrembante

Pubblicato

il

Narvaez, Schachmann e Pogacar / LaPresse

PAGELLE GIRO D’ITALIA 2024 

Prima tappa, sabato 4 maggio

Tadej Pogacar, 7,5: viene sconfitto a Torino, una sorpresa impensabile per come si era messa la corsa. Mette alla frusta la squadra per tutta la tappa, forse troppo, perché rimane con il solo Majka a disposizione dopo il Colle Maddalena. Sullo strappo di San Vito accelera, ma non è una rasoiata incontenibile: non a caso Narvaez rimane alla sua ruota. Allo sprint ristretto era il più veloce, ma anticipa troppo la volata e poi gli mancano le gambe negli ultimi 100 metri. Ad ogni modo, lo sloveno ha regalato i fuochi d’artificio sin dalla prima tappa. Certo non sarà semplice tenere questi ritmi per tre settimane, nemmeno per uno come lui.

Jhonathan Narvaez, 9: potrà raccontare ai nipoti di aver resistito ad un attacco di Pogacar in salita e di averlo battuto in volata…L’ecuadoriano aveva già vinto una tappa al Giro nel 2020, in questa stagione era giunto 2° in classifica al Tour Down Under a gennaio. Difficile però che sia un uomo di classifica: a 27 anni non ha mai chiuso una corsa a tappe di tre settimane tra i primi 30, ma non si sa mai.

Maximilian Schachmann, 8: tra i contrattaccanti nella parte conclusiva della tappa è quello che riesce a gestirsi meglio sullo strappo di San Vito, tanto che riesce a riportarsi su Pogacar e Narvaez in discesa. Il secondo posto è prestigioso, ma non mancano i rimpianti.

Nicola Conci, 7,5: ci ha creduto per davvero al colpaccio della vita. Imboccare il San Vito con una quarantina di secondi su Pogacar non è stato sufficiente. Comunque un quinto posto che fa morale.

Antonio Tiberi, 7: bravo, ha corso con saggezza, nonostante abbia solo 22 anni. Ha pedalato nelle parti alte del gruppo per tutta la tappa. Sapeva di non poter rispondere alla progressione di Pogacar, dunque si è gestito, limitando egregiamente i danni. Tolto lo sloveno, è quello piaciuto di più tra i papabili per la classifica generale.

Filippo Ganna, 6: la condizione c’è, ma non era questa la tappa dove poteva lasciare il segno.

Damiano Caruso, 7: vederlo addirittura all’attacco nella prima tappa è una gradita sorpresa. Di solito tende a crescere nell’arco delle tre settimane, ma si è fatto trovare pronto sin dalla partenza. Grazie ai 3″ di abbuono al traguardo volante occupa la quinta posizione in classifica. La Bahrain-Victorius spera di poter contare su due punte.

Giulio Pellizzari, 7,5: questo ragazzo ha delle qualità veramente importanti in salita, può davvero fare strada. Oggi non ha avuto paura di entrare nell’azione dei contrattaccanti. Sullo strappo conclusivo ha persino provato a resistere all’attacco di Pogacar, alzando però bandiera bianca. Ad ogni modo, l’approccio arrembante lascia trapelare la personalità di un corridore che potrà diventare un fattore nelle corse a tappe, a patto da migliorare nel tallone d’Achille della cronometro.

Juan Pedro Lopez, 5,5: 10 secondi persi dai vari Tiberi, Uijtdebroeks e Thomas non sono un buon segnale.

Romain Bardet, 4,5: era tra i più attesi per il podio finale, invece il francese va in crisi sulla prima salita vera del Giro d’Italia. Iniziare con un gap di 1’07” da Pogacar non è certo l’ideale, tenendo presente che a cronometro pagherà dazio da diversi corridori.

Thymen Arensman, 4: abbiamo già uno dei papabili favoriti fuori dai giochi. L’olandese incassa 2’17” ed alza bandiera bianca: giunse sesto al Giro d’Italia 2023.

Exit mobile version