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ATP Bucarest 2024: tris d’azzurri alla ricerca di soddisfazioni. Mai un italiano vincitore nella capitale di Romania

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Sonego / LaPresse

La storia dell’ATP di Bucarest è perlomeno complicata. O almeno, così si possono definire i suoi ultimi anni fino al 2016, prima del trasferimento della licenza altrove, tema su cui torneremo. Per il momento, basti rimarcare come il torneo, che porta ora il nome di Ion Tiriac, fin dalla sua nascita è stato caratterizzato da una fortissima prevalenza di grandi uomini della terra rossa nell’albo d’oro, con rare e circostanziate eccezioni.

E di italiani, del resto, non se ne sono mai finora visti con il trofeo in mano. Ci sono stati tre finalisti, questo è vero: nel 1997 Andrea Gaudenzi cedette all’australiano Richard Fromberg, al terzultimo trionfo in carriera, mentre nel 2006 toccò a Filippo Volandri cedere all’austriaco Jurgen Melzer, stavolta al primo urrà a livello ATP. Infine, nel 2012 Fabio Fognini fu l’ultimo degli avversari battuti all’ultimo atto da Gilles Simon: il francese è anche il giocatore con più trionfi da queste parti, tre.

Il trasferimento dell’evento da parte dell’ATP, come si diceva, non è passato poi così tanto sotto silenzio, nel senso che i tornei succedutisi si sono tutti avuti in luoghi che, in Europa, oggi fanno parlare e non poco, ma per motivi non sempre positivi. Si parla dell’Ungheria (Budapest dal 2017 al 2019, a livello tennistico da segnalare i successi di Marco Cecchinato e Matteo Berrettini), del revival del Serbia Open nel 2021 e 2022 (primo anno ancora con Berrettini vittorioso) e poi dell’edizione singola del Srpska Open, ospitato in quella Banja Luka che altro non è che la città principale della Republika Srpska, con tutti i (grossi) problemi di convivenza interni alla Bosnia ed Erzegovina. Una mossa forse non casuale dell’organizzazione (facente capo alla famiglia Djokovic, al tempo).

Tabellone ATP Bucarest 2024: Nardi e Darderi in possibile rotta di collisione, per Sonego c’è Fonseca

Tornando a Bucarest, in realtà del vecchio Romanian Open non c’è niente. Anche l’Arenele Arena, che conta tuttora 5000 posti, è fuori dal nuovo progetto, che si concentra tutto sul Nastase & Marica Sports Club, e qui entra in gioco l’altro grande mito del tennis rumeno, Ilie Nastase, per quanto la sua nomea non sempre sia stata esattamente quella di una figura irreprensibile.

Ed è qui che, alla fine dei conti, si ritorna a parlare di tennis. Un tennis che vorrebbe vedere presenze di Romania importanti, che però non ci sono più fin dai tempi di Andrei Pavel e Victor Hanescu, in buona sostanza e se si eccettua una breve comparsa di Marius Copil (pur ancora al via, seppure nel tabellone di qualificazione, dove ci sono anche Giulio Zeppieri e Stefano Travaglia).

E che, per quel che riguarda l’Italia, di azzurri al via ne vede tre. Due di essi, Luca Nardi e Luciano Darderi, potrebbero sfidarsi al secondo turno, mentre è nella parte bassa Lorenzo Sonego. Per tutti, però, un fattore di potenziale rischio. Innanzitutto, per Nardi c’è il brasiliano Thiago Seyboth Wild, che non ha mai affrontato e che, nel 2024, è riuscito a disimpegnarsi tutto sommato bene, anche se senza particolari acuti. Quanto a Darderi, invece, ritorna la sfida d’esordio di Buenos Aires, quella in cui concesse solo tre game all’argentino Mariano Navone (per la verità i due si sono affrontati già in altre due occasioni, entrambe a livello Challenger, con un bilancio di 1-1: il totale è di 2-1, in sostanza).

Capitolo Sonego: il torinese pesca uno dei giocatori sui quali si è maggiormente posata la recente curiosità del tennis mondiale. Si tratta di Joao Fonseca, brasiliano classe 2006 aveva stupito arrivando fino ai quarti di finale a Rio, ma che da allora è stato piuttosto altalenante per continuità. Non è certo la prima volta di Sonego contro un rampante (si ricorda, ad esempio, la sua vittoria su Carlos Alcaraz a Cincinnati 2021 prima che lo spagnolo lanciasse segnali agli US Open poche settimane dopo), ma è anche una parte del suo nuovo percorso con Fabio Colangelo.

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