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Nuoto, Simona Quadarella verso le Olimpiadi: “In gara non penso a Ledecky. Nel 2028 voglio esserci”

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Quadarella / LaPresse

Segnali splendenti da parte di Simona Quadarella. La mezzofondista romana è stata la stella più luccicante dell’Italia ai Mondiali di nuoto in corsia di Doha del mese scorso, riuscendo per la prima volta nella doppietta tra 800 e 1500 stile libero iridata, cosa che sfiorò soltanto nel 2019 a Gwangju. Un doppio successo che regala consapevolezza a Simona di potersi giocare una medaglia alle prossime Olimpiadi di Parigi. L’azzurra si è concessa ad OA Sport per rispondere ad alcune domande tra passato, presente e futuro.

Quanto è difficile preparare due eventi così importanti nell’arco di 5 mesi e pensi di avere ancora dei margini per abbassare i tempi?

“Sicuramente è difficile preparare due eventi così importanti nell’arco di così poco tempo. Ovviamente bisogna fare delle rinunce: rinunciare magari ad altre gare e quindi concentrarsi su quella più importante. Penso ancora di aver comunque margine di miglioramento, perché comunque in ogni stagione solitamente i miei tempi vanno sempre migliorando”.

Negli anni ti sei scontrata contro una delle nuotatrici più grandi di sempre: Katie Ledecky. Cosa si prova a scendere in acqua sapendo che c’è un’avversaria aliena?

“In realtà niente, io so che lei è nettamente superiore a me, so sempre che il primo posto sarà il suo, quindi io e le altre avversarie alla fine ci giochiamo sempre gli altri gradini del podio. Solitamente faccio finta come se non ci fosse”.

Il passaggio alle acque libere per ora non ti ha intrigata: c’è un motivo in particolare?

“Acque libere… no, non è una cosa che mi intriga molto, perché già faccio fatica a fare 1500 che sono lunghi, figurati anche 5000 o 10.000. Troppo tempo in acqua. Poi preferisco nuotare dove vedo il fondo”.

Pensi che a Parigi le chance maggiori di salire sul podio siano nei 1500 sl piuttosto che negli 800?

“Sì, ci sono più chance nei 1500 che negli 800. Negli 800 ci sono più avversarie, non che queste avversarie siano imbattibili, perché comunque alcune di queste le ho già battute, però sicuramente c’è più densità negli 800 che nei 1500. Ovviamente mai dire mai. Proverò a cogliere queste opportunità in tutte e due le gare, però si, negli 800 è più difficile”.

Hai migliorato molto lo spunto veloce, come dimostrato nell’arrivo al fotofinish con la Gose: il cambio di passo può diventare una risorsa decisiva?

“Il mio punto di forza è proprio quello di provare a cambiare ritmo a metà gara, o comunque provare a rimanere costante sia nella prima che nella seconda parte di gara. Il mio punto di forza è proprio quello di fare la seconda parte quasi come la prima.  Quindi sì, è sicuramente una risorsa decisiva perché quando tu arrivi a metà gara tu sei stanca, ma sai che le altre sono più stanche di te”.

A Los Angeles 2028 avresti 29 anni: pensi che diventerà un obiettivo o quelle di Parigi saranno le tue ultime Olimpiadi?

“Io per adesso dico che il mio obiettivo è fare anche le Olimpiadi del 2028. Ovviamente so già che non potrò puntare alle Olimpiadi di Los Angeles 2028 come punto a quelle di Parigi. Nel 2028 avrò 29 anni, sarò praticamente alla fine della mia carriera, non avrò più le energie che ho adesso, quindi sicuramente voglio arrivarci alle Olimpiadi di Los Angeles, ma so già che non avrò gli stessi risultati che ho adesso. Però vabbè, a Los Angeles ci penseremo tra qualche anno…”.

Chi è Simona Quadarella fuori dall’acqua? E come trascorri le rare giornate libere?

“Io fuori dall’acqua son una ragazza normalissima. Quando riesco studio, perché faccio Scienze della Comunicazione. Quando posso ovviamente esco la sera, vado a mangiare fuori, vado al cinema… Faccio un po’ tutto quello che fa chiunque. Poi stando in una città come Roma ovviamente posso uscire e stare comunque in posti bellissimi anche vicino casa”.

La sensazione è che alle tue spalle non ci siano eredi per il mezzofondo. Le nuove generazioni sono restie alla fatica?

“In realtà qualche giovane forte in Italia c’è, non molte, però qualcuna sì. Credo che comunque il fatto del Covid e della pandemia non abbia aiutato in questo. Forse c’è un gap proprio dovuto al Covid. In cui sicuramente molti giovani hanno deciso di smettere, hanno deciso magari di concentrarsi di più su altro, secondo me anche quello ha portato problemi. Però sicuramente ci saranno giovani che arriveranno”.

Sinora in Italia nessuno ha mai vinto sia l’oro alle Olimpiadi Giovanili sia a quelle dei grandi: potrebbe essere la volta buona?

“No, non credo. L’oro all’Olimpiade non credo. Ripeto, nella vita mai dire mai, tutto può succedere, però il mio obiettivo non è quello. Sicuramente non posso nascondere che il mio obiettivo sia prendere una medaglia alle Olimpiadi, è una cosa che ho già fatto e penso di poterla rifare. Però assolutamente non penso all’oro perché come ho detto prima c’è Katie Ledecky, adesso non penso a batterla perché è impossibile”.

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