Sci Alpino

Sci alpino, Kilde ha rischiato la vita a Wengen. Profondo taglio alla gamba e sospetta frattura del femore

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Aleksander Aamodt Kilde ha rischiato la vita nella caduta di Wengen (Svizzera) nel corso della discesa odierna, valevole per la Coppa del Mondo di sci alpino maschile 2023-2024. Il fuoriclasse norvegese, infatti, è finito contro le reti di protezione dopo essere caduto alla “Ziel-S”. La troppa stanchezza (il classe 1992 era reduce anche da una influenza che lo aveva debilitato) è costata a carissimo prezzo al vincitore della Sfera di Cristallo 2020.

Una caduta che sulle prime non sembrava drammatica, ma le conseguenze sono state tremende. Il fidanzato di Mikaela Shiffrin si sarebbe procurato un taglio notevole alla gamba causato dalla lamina di uno sci. Come si è visto sul bianco della neve, il sangue perso è stato copioso e solo l’intervento dei soccorsi, e un laccio emostatico, hanno evitato guai peggiori. In poche parole, si è rischiata una replica della terribile caduta di Gernot Reinstadler nelle prove del 1991, nello stesso punto, che costò la vita al giovane austriaco.

Ma, di pari passo, il nativo di Bærum, riportava anche ulteriori danni pesanti. Ricoverato sin dal primo pomeriggio all’ospedale di Interlaken, lo sciatore norvegese, secondo quanto riportato da alcuni media del suo Paese, avrebbe subito la frattura scomposta del femore della gamba destra. Secondo quanto rivelato dalla tv austriaca, inoltre, potrebbe esserci anche un problema alla spalla, ma di minore entità. Ad ogni modo, poteva andare molto peggio per quanto è noto. Ora lo scandinavo sarà operato per sistemare la frattura.

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Il Circo Bianco, a questo punto, si interroga. Arriva l’ennesimo grave infortunio di questa Coppa del Mondo. Dopo i ko di Marco Schwarz a Bormio e Alexis Pinturault e Marco Kohler proprio a Wengen, la situazione si fa preoccupante. Con il senno di poi, aggiungere una gara ulteriore sul Lauberhorn è stato un vero e proprio azzardo. L’infortunio di Aleksander Aamodt Kilde rischia, quindi, di far scatenare polemiche inevitabili.

Foto: LaPresse

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