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La rivincita di Capitan Volandri. L’apoteosi dopo una buona carriera da giocatore e più forte delle critiche

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La rivincita di Filippo Volandri. Il capitano non giocatore azzurro è quello che più di tutti sentiva questa Finale di Coppa Davis contro l’Australia. Erano state settimane e anche mesi di polemiche, considerato quanto accaduto con l’assenza di Jannik Sinner e l’esclusione di Fabio Fognini a Bologna, replicata per le Finali di Malaga nel caso del ligure. Anche oggi Fognini, sui canali social, aveva manifestato forte contrarietà per questa decisione.

Tuttavia, Volandri è andato avanti per la sua strada, cercando sempre di portare avanti delle scelte in cui erano le sensazioni dell’uomo a prevalere, sulla base di quello che ha dato il campo. Il capitano, giustamente, ha messo al centro del suo progetto di squadra Sinner. Preso atto dell’assenza di Matteo Berrettini, comunque per “fare spogliatoio”, l’ex tennista toscano ha dato a Jannik il ruolo di leader.

Un punto di riferimento silenzioso, ma che con il tennis si fa sentire. E’ in questo modo che si è creata la chimica giusta con Lorenzo Sonego. Un po’ come era accaduto 25 anni fa tra Andrea Gaudenzi e Diego Nargiso, Sonny e l’altoatesino sono riusciti a completarsi e a creare un’accoppiata che nel corso di queste giornate di Davis ha fatto la differenza.

Bravo Volandri a vedere questo e dare fiducia. Nello stesso tempo, ha fatto bene a rianimare un Matteo Arnaldi uscito male dalla prima partita persa contro l’olandese Botic van de Zandschulp per la sfida odierna contro Alexei Popyrin. La scelta poi di schierare Lorenzo Musetti contro Miomir Kecmanovic, nella semifinale contro la Serbia, era legata all’incastro favorevole al carrarino, che fin quanto il fisico ha tenuto era avanti di un set.

In definitiva, per Volandri, tennista di buon livello, c’è stata la consacrazione da capitano non giocatore, mettendo a tacere le tante critiche.

Foto: LaPresse

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