Combinata nordica

Combinata nordica, per l’Italia vale la massima di Giulio Andreotti. “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”

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L’Italia della combinata nordica maschile si presenta ai nastri di partenza della stagione 2023-24 con il proposito di uscire dalla palude agonistica nella quale è immersa da alcuni inverni. Non sarà semplice (ri)alzare l’asticella per levarsi dall’attuale pantano prestazionale, soprattutto perché il materiale a disposizione è bene o male sempre lo stesso. Anzi, per la verità quest’anno bisognerà fare a meno dell’elemento più blasonato.

Non vedremo in azione Alessandro Pittin, i cui risultati saranno declinanti quanto si vuole, ma resta l’ultimo azzurro a essere salito sul podio (dicembre 2017) e ad aver fatto breccia nella top-ten (gennaio 2021). Il trentatreenne di Cercivento si è infortunato gravemente a un ginocchio durante l’estate e deve pertanto già pensare al 2024-25.

Le maggiori speranze di assistere a qualche estemporanea fiammata sono riposte in Aaron Kostner, la cui reale dimensione non è ancora chiara, in quanto il gardenese è sempre stato soggetto a marcate fluttuazioni di rendimento. I suoi “alti” sono d’eccellenza, poiché ha già avvicinato le prime dieci posizioni, ma non ha mai trovato continuità. L’età è ancora dalla sua. A 24 anni, nella combinata nordica attuale si fa ancora in tempo a effettuare il proverbiale “salto di qualità”. Nel caso dell’altoatesino significherebbe tramutare gli exploit in consuetudine.

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Samuel Costa non è più l’atleta capace di salire sul podio in Coppa del Mondo e forse non lo sarà mai più. Gli acciacchi alle martoriate ginocchia sono continui, inoltre il trentunenne sudtirolese ha perso quello smalto sul trampolino che lo aveva portato vicino all’élite della disciplina. Non è peregrino pensare di avvistare qualche bagliore qua e là, leggasi piazzamenti a ridosso della top-ten, cionondimeno è molto difficile tornare a vedere gli abbaglianti lampi del passato. Se dovesse accadere, sarebbe una sorpresa.

Raffaele Buzzi ha ormai raggiunto la dimensione alla quale era atteso, quella di un combinatista in grado di attestarsi con continuità in zona punti. Il suo habitat naturale sono le posizioni dalla 25ma alla 35ma e, per caratteristiche, potrebbe essere uno degli uomini più avvantaggiati dal nuovo format concepito dalla Fis (il Compact), pensato proprio per dare una mano a chi ha nello sci di fondo il proprio punto di forza. Chissà che, grazie a esso, il ventottenne friulano non possa ottenere qualcosa in più rispetto al recente passato.

Si vedrà quale sarà l’evoluzione di Iacopo Bortolas, nel quale sono riposte grandi speranze. Si spera non troppe, perché ogni spazio ha le sue dimensioni e non si può pretendere che un frigorifero entri in una scatola da scarpe. Scemo chi prova comunque a infilare l’elettrodomestico nel suddetto contenitore, magari arrabbiandosi se non ci sta. La metafora serve per dire che il ventenne trentino sarà anche il Campione del Mondo junior in carica, ma non per questo bisogna forzare tempi e modi della sua crescita. Ai tecnici che lo seguono il delicato compito di incanalare al meglio le sue innate qualità sul trampolino e di impostare la necessaria progressione sugli sci stretti, allo scopo di farne un atleta in grado di dire la propria nel massimo circuito.

Infine è doveroso spendere due parole anche per Domenico Mariotti, il quale sta cercando di costruire la propria carriera. Ora come ora, la sua dimensione è quella della Continental Cup. Affinché possa diventare competitivo in Coppa del Mondo, è imprescindibile salire di colpi sia nel salto che nel fondo. I margini, a 22 anni, ci sono. Quanto ampi, sarà dimostrato dal campo.

Foto: La Presse

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