Tennis

Tennis, Gabriele Vulpitta: “Sinner è fonte di ispirazione. La vittoria a Wimbledon importante per la classifica”

Pubblicato

il

Il 2023, sportivamente parlando, per l’Italia è al momento un anno di finali perse. Fortunatamente, come per la Nazionale U19 agli Europei di calcio, la bandiera tricolore sventola anche nel tennis, più precisamente a Wimbledon, nella specialità del doppio (Junior), grazie al giovane Gabriele Vulpitta, classe 2005, che, in coppia con il ceco Jakub Filip, ha sollevato il prestigioso trofeo, terzo italiano a riuscirci dopo Daniele Bracciali e Matteo Trevisan.

L’azzurrino, che quest’anno è andato vicino ad aggiudicarsi anche il doppio giovanile del Roland Garros, sembra aver trovato la quadra in questa specialità, ma la priorità resta comunque il singolare. Gabriele Vulpitta ha raccontato le sue sensazioni e le sue ambizioni: il tennista pugliese sa di dover lavorare ancora molto. E’ ancora presto per poter dire se è nata un’altra stella nel firmamento del tennis italiano, ma questi risultati lasciano ben sperare.

Hai appena vinto l’edizione di Wimbledon nel doppio Junior e sei entrato nella storia italiana del torneo: raccontaci questa esperienza.
Ho trovato il mio compagno abbastanza per caso, avrei dovuto giocare con un ragazzo italiano che però aveva la Maturità e non ha potuto giocare. La prima partita è stata la più dura, abbiamo avuto match point contro, probabilmente dovevamo conoscerci meglio. Poi partita dopo partita abbiamo giocato sempre meglio ed in finale abbiamo sfoderato la prestazione migliore. Ovviamente mi fa piacere essere stato il terzo italiano a vincere a Wimbledon e spero che ce ne saranno molti altri dopo di me“.

Quanto è importante questa vittoria per il futuro nella tua ancora giovanissima carriera?
Questa vittoria mi aiuta molto a livello di ranking, infatti la classifica Junior è combinata, ovvero singolare e doppio danno punti per la stessa classifica, e sono passato dalla posizione 46 alla 32 e questo mi permetterà di giocare in tabellone principale agli US Open“.

Visti i risultati ottenuti in doppio quest’anno, ti vedremo giocarlo di più rispetto al singolare?
La mia priorità rimane il singolare, però mi fa piacere avere questi risultati in doppio, che mi hanno anche permesso di rimanere più tempo a Wimbledon, ed è un’esperienza bellissima. In realtà in doppio non mi sono mai sentito molto a mio agio, però adesso ho lavorato su alcuni aspetti del mio gioco che probabilmente mi fanno giocare meglio in questa specialità“.

Prima di giocare la finale di Wimbledon, ti è tornata in mente quella persa al Roland Garros?
No, sapevo di avere più esperienza rispetto a Parigi, sono entrato in campo convinto di poter vincere e sicuro di quello che sapevo fare, poi anche il mio compagno ha giocato molto bene“.

Come hai vissuto il passaggio dalla terra rossa all’erba? E in ottica doppio, quanto fa la differenza il cambio di superficie?
È stato molto difficile, a me piace molto giocare sulla terra, mentre mi trovo male sui campi veloci, però ci siamo allenati due settimane molto duramente sul cemento, per cercare di accorciare le aperture ed adattarci alle superfici veloci. Ho seguito anche un programma di atletica, che mi ha aiutato negli spostamenti in campo. Poi, per quanto riguarda il doppio, la superficie influisce un po’ meno rispetto al singolare, in quanto gli scambi sono più brevi, però bisogna adattarsi, soprattutto per la risposta“.

Tra i giocatori italiani, chi consideri come fonte d’ispirazione?
Mi piace molto Sinner, mi piace colpire forte la palla e giocare da fondo campo, proprio come lui. Il servizio è un po’ da migliorare però“.

A chi devi principalmente i risultati che stai ottenendo?
Li devo principalmente ai miei genitori, che fanno molti sacrifici per permettermi di fare quello che mi piace e che mi permettono di avere la mia occasione. Poi ovviamente anche ai miei allenatori, al team della Tennis Training School di Foligno, persone con cui mi sono trovato subito bene e che danno il massimo per aiutarmi ad esprimere tutto il mio potenziale“.

Come proseguirà la tua stagione?
Giocherò tra fine agosto ed inizio settembre gli US Open, poi inizierò a giocare i 15 K“.

Edoardo Diamantini

Foto: archivio personale Gabriele Vulpitta

Exit mobile version