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Perché il Bari deve cambiare proprietà se viene promosso in Serie A? C’entrano il Napoli e De Laurentiis, sulle orme di Lotito-Salernitana

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Sono ore in cui Bari vive sospesa tra l’attesa di una finale che potrebbe regalare di nuovo la Serie A ai pugliesi e l’incertezza legata al futuro.

Se questa sera, domenica 11 giugno, infatti dovesse riuscire a eliminare il Cagliari nel ritorno della finale playoff di Serie B, si presenterebbe il problema della proprietà dei biancorossi.

La famiglia De Laurentiis, infatti, è proprietaria del Bari e, come è noto, anche del Napoli, anche se il presidente dei biancorossi è il figlio di Aurelio, Luigi.

Il regolamento della Serie A, che ammette la possibilità di possedere più club, non consente però a due squadre con la medesima proprietà di partecipare allo stesso campionato.

In caso di promozione, dunque, in casa De Laurentiis si porrebbe il tema della cessione di uno dei due club. E in questo caso, toccherebbe ragionevolmente proprio ai Galletti uscire dagli asset di famiglia.

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Uno scenario simile a quanto accaduto con la Salernitana, che Claudio Lotito ha dovuto cedere una volta approdata in Serie A, con il club che è stato gestito da un blind trust durante i mesi che sono serviti per perfezionare la cessione a Danilo Iervolino.

Sul campo, i ragazzi di Michele Mignani avranno due risultati su tre al San Nicola: dopo l’1-1 dell’andata in Sardegna, infatti, il Bari sarebbe promosso in caso di vittoria o pareggio con qualsiasi numero gol tra le mura amiche.

A pesare, in quest’ultimo caso, sarebbe la miglior classifica dei pugliesi rispetto alla squadra di Claudio Ranieri obbligata a vincere al San Nicola per conquistarsi la Serie A.

Foto: LaPresse

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