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MotoGP, giugno emette il verdetto sul Mondiale. Sarà ‘Triello’: Francesco Bagnaia favorito su Jorge Martìn e Marco Bezzecchi

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Il trittico di giugno ha finalmente separato il grano dal loglio nell’ambito della MotoGP. Il Mugello, il Sachsenring e Assen hanno in primis certificato quanto poteva essere intuito dal segmento iniziale di stagione, ovvero che Francesco Bagnaia è il favorito indiscusso per la conquista del Mondiale. Inoltre i tre appuntamenti hanno scritturato Jorge Martìn e Marco Bezzecchi quali antagonisti del Campione in carica, derubricando tutti gli altri a ruoli di rincalzo.

Non è ancora fuga per la vittoria, ma poco ci manca perché da quest’anno ogni weekend conferisce un massimo di 37 punti (12 per la vittoria nella Sprint e 25 per il Gran Premio). Pecco ne ha 35 di margine su Martinator e 36 sul Bez, di fatto alla pari. Il resto del gruppo è staccatissimo, poiché Brad Binder scrive un sonoro -80 da chi mena le danze.

Il dato più pregnante della trilogia giugnina è rappresentato dalla solidità espressa da Bagnaia. Due vittorie e un secondo posto nei GP, un successo e due piazze d’onore nelle gare dimezzate. In totale, il piemontese ha raccolto 100 punti su un massimo teorico di 111. Con questo rendimento, il secondo titolo consecutivo è blindato, in particolar modo se l’avversario principale cambia ogni weekend.

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In tal senso, Martìn e Bezzecchi hanno saputo dare filo da torcere a Bagnaia. Però a turno. Per la verità, il madrileno ha infastidito il piemontese più di quanto non abbia fatto il riminese. Ad Assen, per esempio, ha pagato salatissima la nona casella di partenza. Se fosse partito più avanti, forse tante dinamiche del suo weekend olandese sarebbero cambiate. Cionondimeno, qualificarsi bene non è un optional. Anzi, è fondamentale.

Matematica a parte, l’impressione è che Martinator abbia nel caricatore qualche pallottola in più da sparare rispetto al Bez. Perché vanta un’esperienza maggiore e perché può beneficiare di una moto in configurazione 2023, dunque con più margine di progresso rispetto a quella del 2022 di cui dispone il portacolori del Team Mooney VR46. I proiettili, però, bisogna mandarli a segno. Inoltre (e soprattutto) Pecco non resterà inerte, ma ha un arsenale per rispondere al fuoco. Anzi, il suo calibro è indiscutibilmente superiore a quello di chi lo sta sfidando.

Ora si va in ferie, il discorso sarà ripreso a inizio agosto. Una certezza, però, ce l’abbiamo già oggi. Il Campione del Mondo 2023 cavalca una Ducati. A Borgo Panigale si deve solo capire di quale colore. Probabilmente sarà rossa. In alternativa bianco-viola. Se invece fosse giallo-nera, sarebbe un esito eclatante, perché vedremmo il centauro meno esperto e a bordo del modello più vecchio bagnare il naso a chi corre in MotoGP da più tempo e dispone di un mezzo più evoluto. Sempre appartenente, però, all’implacabile razza delle “Desmosedici”, che ha ormai colonizzato ogni classifica.

Foto: MotoGPpress.com

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