Biathlon

Biathlon, non solo ‘scudo alla diottra’. Il pilastro del ‘Renacimiento vittozziano’ è la ritrovata serenità

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Lisa Vittozzi è ufficialmente rinata dopo tre inverni di tenebra. In questo 2022-23 la sappadina ha riallacciato il filo del discorso interrotto nel marzo del 2019, ritrovando sé stessa tanto improvvisamente quanto si era smarrita. La dinamica non sorprende, poiché si era capito come il problema fosse principalmente di natura mentale. Una volta recuperata la serenità, l’azzurra si è riproposta sugli standard inopinatamente abbandonati per un triennio.

Tra Ruhpolding e Anterselva si è fatto un gran parlare dell’accorgimento apportato alla carabina della quasi ventottenne italiana, ovverosia il posizionamento di una protezione alla rotellina usata per dare tacche in alto o in basso alla diottra, in maniera tale da evitare che l’atleta, effettuando un movimento più brusco delle abitudini nel togliere il fucile, desse accidentalmente “tacche”, perdendo completamente l’azzeramento.

La novità sembra aver dato i frutti sperati, perché dopo il “4” di Pokljuka, Vittozzi ha centrato 26 dei 28 bersagli a terra affrontati nelle gare individuali, con gli unici due errori figli di una folata di vento nella sprint di Anterselva. In effetti, la precisione nel prone shooting del 2022-23 è tornata in linea con quella del 2018-19. Questo è indubbiamente il cardine algebrico del “renacimiento vittozziano”.

Classifica Coppa del Mondo femminile biathlon 2022-2023: Dorothea Wierer terza nella generale, Lisa Vittozzi leader nell’individuale

Cionondimeno, analizzando più approfonditamente le dinamiche di tiro, si nota come Lisa stia sparando con il 94,3% in piedi. Mai, nell’arco della sua carriera, aveva tenuto una precisione così elevata. Insomma, non è solo una questione materiale. C’è, verosimilmente, anche tanto di interiore nella resurrezione agonistica. Una volta ritrovata la tranquillità, la sappadina è tornata dove le compete, ovvero ai vertici. Non a caso è migliorata in un ambito dove aveva sempre eccelso.

Alla luce di quanto esposto, è evidente come “il meglio debba ancora arrivare”. La stragrande maggioranza delle biathlete vive il proprio “prime”, il picco agonistico, tra i 28 e i 32 anni. Vittozzi spegnerà 28 candeline proprio fra pochi giorni. Insomma, il futuro di Lisa assume contorni rosei. Chissà che quello del biathlon mondiale, di futuro, non possa invece restare azzurro tanto quanto lo è stato dal 2016 in poi.

La sappadina può ancora essere considerata in corsa per la conquista della Sfera di cristallo. D’altronde è terza in classifica generale, staccata di 170 punti da Julia Simon e di 94 da Elvira Öberg. In altre parole, il ritardo è pari a poco meno di due gare piene dalla francese e di poco più di una dalla svedese. La partita si giocherà esclusivamente a marzo, nei sette appuntamenti rimanenti. Chiaro, non può essere considerata la favorita, ma le sue possibilità di successo non sono neppure nulle.

Vittozzi reciterà, più della compagna-rivale Dorothea Wierer, il proverbiale ruolo di terza incomoda nella contesa fra la transalpina e la scandinava. Adesso, però, è tempo di Mondiali. Quelli di Oberhof, dove Lisa ha ottento due dei tre successi della carriera…

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Foto: LiveMedia/Florian Frison/DPPI

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