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Tennis, la politica russa contro Daria Kasatkina, rea di essere sé stessa: un parlamentare la definisce ‘agente straniero’

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In Russia continua a respirarsi un’aria alquanto pesante. Le vicende belliche con l’Ucraina sono ben note; in molti tra atleti e personaggi di spicco di origine russa hanno espresso la loro lontananza dal conflitto, tra cui c’è anche l’ottava giocatrice delle classifiche mondiali Daria Kasatkina.

La semifinalista dell’ultimo Roland Garros fece scalpore in patria con un’intervista al blogger Vitya Kravchenko, in cui discusse apertamente il suo coming out (dopo la rivelazione della sua bisessualità arrivata nel 2021) rivelando di avere una relazione con la pattinatrice artistica Natalia Zabiiako; oltretutto la Kasatkina affermò la sua speranza di una rapida chiusura del conflitto bellico.

Parole che non sono evidentemente piaciute ad alcuni parlamentari russi, tra cui spicca Roman Teryushkov, membro dell’ottava Duma di Stato. Intervistato da RB Sport, il politico ha dichiarato di aver inviato una lettera al Ministro della Giustizia in cui ha richiesto il passaggio della tennista ad ‘agente straniera’, termine usato in passato dai sovietici per etichettare i dissidenti politici; un termine che le vieterebbe, tra le altre cose, i finanziamenti statali, l’organizzazione di eventi pubblici o l’elezione di cariche comunali.

Al momento, secondo quanto riferito ancora da Teryushkov, il governo russo non si è interessato alle ‘azioni illegali’ (così definite dal politico) della Kasatkina. Non è la prima volta che il politico attacca la giocatrice, che già a luglio definì ‘crimine contro lo stato’ il coming out della tennista.

Foto: LaPresse

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