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Sci di fondo: Federico Pellegrino, unico lampo d’azzurro

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Il punto vero di ogni fine settimana legato alla Coppa del Mondo di sci di fondo è sempre uno, almeno in chiave italiana. C’è Federico Pellegrino, che continua a macinare buoni risultati e a tenersi il terzo posto nella classifica assoluta, e poi c’è il resto, che a Lillehammer si può riassumere con il nulla quasi assoluto.

Partiamo dal poliziotto di Nus: secondo posto nella sprint, nessun reale picco nelle gare distance, ma quel tanto che basta per restare in corsa verso un piazzamento importante nella graduatoria legata alla massima Sfera di Cristallo. Siamo alla conferma della presenza di una buona condizione, ma è fin troppo evidente che non è, e non può essere, la Coppa assoluta l’obiettivo di Pellegrino. Semmai, si può parlare dell’obiettivo sprint, benché chiuso in maniera chiara e tonante dalla presenza di Klaebo. Di sicuro c’è che, attualmente, il nuovo regolamento sui punti gli sta dando una mano importante. Adesso, però, ci sarà un momento particolare legato a Greta Laurent: c’è una nascita a cui assistere, e la giusta priorità è ovviamente fuori dallo sci di fondo.

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Il nulla quasi assoluto, al maschile, significa che l’unico altro italiano in grado di fare risultato a Lillehammer, Francesco De Fabiani, è stato di brillantezza nulla. Un 48° e un 25° posto per lui, senza disputare la sprint: con questi risultati è evidente che i problemi sono ancora tutti lì, non in grado di andarsene. Ed è un peccato, perché la sua rotta si è invertita proprio nel momento in cui sembrava prossima a spiccare il volo con il settimo posto nella Coppa assoluta 2018-2019. Poco senso ha parlare di Giandomenico Salvadori, Davide Graz e Paolo Ventura, mai protagonisti.

E non sono mai state tra le attrici di punta nemmeno Caterina Ganz e Anna Comarella. Nella classifica di Coppa del Mondo la prima “regge” sostanzialmente grazie al fatto che, quando è in gara, il nuovo sistema di punteggio fa sì che la permanenza in zona 30° sia un po’ più premiante rispetto al passato. Resta il fatto, però, che entrambe ai livelli più alti non incidono, e al netto delle ben diverse caratteristiche delle due, il fatto che dopo 8 km già non fossero più nel gruppo delle migliori della 20 km fornisce un’indicazione che è la solita. Tanto l’una quanto l’altra, infatti, per il momento sono lontane dal rendimento delle big.

Foto: LaPresse

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