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Tennis, Bertolucci: “Sinner pensa troppo, a volte si confonde. Berrettini auto di lusso, però la carrozzeria…”

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Finale di stagione intensissimo e non del tutto semplice per l’Italia del tennis: nonostante la finale di Napoli con il trionfo di Lorenzo Musetti su Matteo Berrettini sono arrivati gli infortuni dello stesso giocatore romano e di Jannik Sinner, tornato a giocare e subito sconfitto a Parigi.

A commentare la situazione è Paolo Bertolucci sulla Gazzetta dello Sport. L’analisi dell’ex tennista e commentatore tecnico di Sky Sport si concentra inizialmente sulla situazione infortuni: “A Sinner e Berrettini è mancata innanzitutto la salute. Il loro percorso agonistico è stato martoriato, in questa stagione, da una serie infinita di guai fisici: basti pensare che Jannik, nel 2021, non si era mai fermato per infortunio e in quest’annata, invece, ne ha subiti sei, più o meno complessi. Lo stesso dicasi per Berrettini, che non ha mai potuto trovare la continuità necessaria tra addome, operazione a una mano, Covid e adesso il piede”.

Sull’altoatesino: “Per quanto riguarda Sinner, il cambio di allenatore dopo sette anni, da Piatti a Vagnozzi (cui poi si è aggiunto Cahill), non poteva che richiedere un adattamento complesso ai nuovi dettami. Nella scelta si intravede senz’altro l’idea di Jannik di non lasciare nulla di intentato per provare a raggiungere il vertice massimo, però nel corretto tentativo di aggiungere variazioni al suo gioco per certi aspetti sparagnino ha messo tanta carne al fuoco, forse in modo eccessivo. Per cui, in determinati frangenti, si ritrova a pensare troppo su quale sia la soluzione migliore senza che gli sgorghi in automatico, e questo finisce per confonderlo, facendolo deragliare dagli schemi conosciuti e più confortevoli. Il suo è un percorso che richiede pazienza, fino a quando tutti i pezzi del nuovo puzzle si saranno composti in un insieme fluido e non più forzato”.

Sul romano invece: “Matteo Berrettini, invece, è partito da lontano. Da junior non prendeva certo gli occhi e dunque il suo cammino in un certo senso deve ancora affinarsi tecnicamente anche se non è più giovanissimo. Certo, per le sue caratteristiche avrebbe bisogno di giocare tante partite, perché solo così prende confidenza con le sue qualità. Per questa ragione gli infortuni per lui rappresentano un intoppo pesantissimo e sono pure la ragione per cui non si intravedono più quei miglioramenti, in particolare con la risposta di rovescio, che erano stati il segreto dell’ascesa imperiosa del 2019. Il quesito più importante relativo a Matteo riguarda comunque la possibilità di vederlo finalmente completare una stagione senza guai fisici. Ma la sensazione è che ci troviamo in presenza di un’auto di lusso con un motore potentissimo ma non supportata da una carrozzeria e d’altronde il suo modo di giocare, con quegli strappi violentissimi, non può essere modificato senza depotenziarne l’efficacia”.

Parlando infine di Musetti: “Capace finalmente di mettere il suo talento al servizio di strategie concrete e non più a svolazzi spesso fini a se stessi. Il braccio resta di qualità sopraffina, ma all’indubbio genio tennistico capace di qualunque magia il ragazzo di Carrara ha aggiunto decisi miglioramenti alla battuta, la capacità di giocare finalmente più vicino alla riga di fondo abbandonando quell’atteggiamento a volte troppo attendista soprattutto sul veloce e un’accresciuta solidità fisica. Progressi che andranno valutati già dall’inizio della prossima stagione, ma Lorenzo sembra davvero ben indirizzato ad occupare il ruolo di terza punta del tennis tricolore”.

Foto: Lapresse

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