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Sci di fondo: Federico Pellegrino e il picco inatteso del weekend italiano

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Primo weekend di Coppa del Mondo di sci di fondo e, sorprendentemente, primo podio per l’Italia. Lo ha conquistato, con l’aiuto della squalifica dello svedese Calle Halfvarsson, Federico Pellegrino nella 20 km a tecnica libera a inseguimento. Sì, è la verità: per la prima volta un suo podio individuale non è giunto dalla sprint.

Questo è stato reso possibile principalmente da un fattore. Una volta chiusa la prova con partenza a intervalli in classico al 14° posto, con la distanza modificata a 20 km si è trovato nelle condizioni di rientrare sul gruppo di Johannes Hoesflot Klaebo. E così, mentre il norvegese andava a vincere, il poliziotto di Nus non ha perso tempo a tenere il passo di quelli che, teoricamente, sono più abituati di lui.

Prima del risultato domenica,e la punta del movimento azzurro non aveva disputato una sprint trascendentale: entro la sua usuale zona di rendimento in classico, con una finale sfiorata e non raggiunta. Nulla di particolarmente nuovo, in sostanza.

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E non c’è nulla di nuovo neanche per Francesco De Fabiani, risultato ancora una volta all’interno di una specie di limbo che non ha mai realmente abbandonato. Lo si vede non riuscire ad approcciare bene la sprint, poi giungere 11° nella prova in classico e, quindi, pagare dazio nell’inseguimento. Un’alternanza che non chiarisce perfettamente quale sia il suo momento. Certo, si può tranquillamente dire che, tolti Pellegrino e De Fabiani, degli altri italiani (Davide Graz, Giandomenico Salvadori e Paolo Ventura) è un po’ difficile vedere una traccia che non hanno lasciato.

Tra le donne il discorso è ancora più semplice, visto che, tra un’evenienza e l’altra, a Ruka ci sono andate solo in due. E di queste, quella che almeno ha mostrato di aver mantenuto all’incirca un livello mediamente competitivo è Caterina Ganz, che però ha bisogno di ben diversi risultati per cominciare a farsi notare e dare al settore femminile un’impronta che, di fatto, è scomparsa da parecchi anni. Le tracce lasciate da Anna Comarella, invece, restano fuori dall’ambito della significatività a livelli considerabili in termini di piani alti: si spera di vedere dei miglioramenti nel prosieguo dell’annata.

Foto: LaPresse

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