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Rugby femminile, Mondiali 2022: l’Italia conquista i quarti, una prima volta che arriva da lontano

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Ha scritto la storia la nazionale femminile italiana di rugby che in Nuova Zelanda conquista l’accesso ai quarti di finale, risultato mai riuscito a una nazionale di palla ovale azzurra. La vittoria, seppur troppo sofferta, con il Giappone significa secondo posto nella pool B alle spalle del Canada e una sfida contro la Francia nei playoff. Ma la vittoria delle ragazze di Andrea di Giandomenico non è un exploit, ma è un successo che arriva da lontano.

Arriva dal 2009, anno in cui la Fir sceglie proprio Andrea di Giandomenico come ct azzurro. E il tecnico aquilano in questi 13 anni ha sbagliato molto, ha perso tante partite, ha mancato appuntamenti di prestigio, ma ha potuto lavorare. Nessuna fretta, come tra i maschi, e nessun cambio di coach al primo inciampo. Andrea ha lavorato tranquillo, ha costruito un gruppo importante, ha creato un gioco italiano per il rugby femminile e, poi, ha saputo inserire le più giovani in un sistema rodato. Un sistema che oggi è assolutamente vincente.

Arriva dal 2015, quando per la prima volta nella storia una squadra italiana di rugby ha vinto tre partite nella stessa edizione del Sei Nazioni, battendo Scozia, Francia e Galles. Arriva dal 2017, quando le azzurre tornarono a un Mondiale dopo l’esperienza del lontano 2002. Ma arriva dal 2017 anche perché fu l’anno dove la gestione Gavazzi ignorò l’Italia femminile, ignorò i Mondiali in Irlanda e non diede a di Giandomenico e alle ragazze gli strumenti per arrivare pronte alla RWC, chiusa così al nono posto.

Oggi, invece, le azzurre hanno potuto disputare test match di preparazione all’evento iridato, hanno passato gli ultimi tre mesi assieme, perfezionando quella sintonia e quel sentirsi ed essere squadra che Barattin e compagne hanno costruito negli ultimi 13 anni. L’Italia, per la prima volta, arrivava a un Mondiale non da favorita per il passaggio del turno, ma con la consapevolezza che i quarti di finale fossero alla sua portata.

Merito delle ragazze, che da sempre non ci mettono solo talento e qualità tecniche, ma soprattutto cuore e orgoglio. Merito di Andrea di Giandomenico, sportivo mai sopra le righe, che non cerca né la polemica né la facile scusa se le cose vanno male, ma che lavora sotto traccia, costruendo mattone per mattone una squadra forte. Merito, va detto, della Fir, che dopo anni negli ultimi tempi ha capito che il rugby femminile non è un rugby di Serie B e che si può e si deve scommettere sulle ragazze. E la scommessa è stata vinta.

Foto: World Rugby via Getty Images

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