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British Open 2022: Cameron Smith travolgente vincitore a St. Andrews! Francesco Molinari ottimo 15°, Filippo Celli Silver Medal

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Conclusione col brivido, com’è giusto che sia per l’Open Championship numero 150, quello del tempo di St. Andrews. Nel 1993 trionfava Greg Norman, ma nello stesso 1993 nasceva anche l’uomo che diventa il successivo australiano a vincere il Major britannico (scozzese in questo caso): Cameron Smith. Una performance spettacolare, la sua, con un ultimo giro da 64 colpi, 8 sotto il par, che lo rende anche il primo aussie vincitore di uno dei quattro tornei maggiori da Jason Day al PGA Championship 2015. 268 i colpi impiegati da Smith per portare a casa la Claret Jug, per uno score di 67 64 73 64 (-20). Ed era da Jack Nicklaus nel 1978 che un giocatore non vinceva sia l’Open che il Players. Per lui ora numero 2 del ranking mondiale.

L’inizio di giornata è tutto di Rory McIlroy, per il semplice motivo che Viktor Hovland, pian piano, sente la pressione dell’ultimo giro da co-leader a St. Andrews e vede svanire col tempo i sogni di vittoria. Il norvegese finisce per chiudere quarto a -14 (+2 odierno) insieme all’inglese Tommy Fleetwood, bravo a realizzare nel contempo un brillante -5. Quello che il nordirlandese non sa ancora, però, è che la coppia precedente è pronta a dare battaglia.

Mentre McIlroy qualche difficoltà con i putt (o meglio, con la distanza) ce l’ha, facendo alla fine due birdie e 16 par per finire a -18, emergono in maniera prepotente i due Cameron, Smith e Young. L’uno, australiano, s’inventa una spaventosa sequenza di cinque birdie consecutivi dalla 10 alla 14, l’altro, americano, dopo aver iniziato con un bogey alla 1 inizia a macinare a sua volta birdie, ma non solo. Dopo il salvataggio di Smith alla 17, totalmente miracoloso per le modalità, arriva infatti un incredibile eagle alla 18 di Young. In quel momento l’australiano è a -19, e l’USA lo raggiunge, ma c’è un dettaglio: il birdie da realizzare per quest’ultimo è distante un metro. E non viene mancato: -20.

British Open 2022: a Filippo Celli la Silver Medal! L’azzurro è il miglior amateur a St. Andrews

Frattanto, McIlroy, sostenuto dai cori di tutto il pubblico, è costretto a cercare un lunghissimo tee shot dalla 18, che però rimane un pochino più corto di quello che vorrebbe. La scelta obbligata, per tentare un clamoroso eagle e il playoff, è una sola: chip-in da fuori green. La palla rimbalza sulla sponda alta, poi parte dietro alla bandiera. Non arriva poi nemmeno il secondo posto, perché il putt lungo non va: par, terza posizione e appuntamento col quinto Major ancora rimandato.

Sono solo americani a completare la top ten: sesti a -13 Brian Harman e Dustin Johnson, mentre Bryson DeChambeau, Patrick Cantlay e Jordan Spieth sono invece ottavi a -12. A titolo di cronaca, quello di Smith non è l’unico giro in -8, perché anche l’USA Sam Burns realizza per scalare 35 posizioni e finire 42° a -6.

In casa Italia, è il 15° posto di Francesco Molinari uno dei due grandi argomenti. Altro ottimo giro per il torinese, che eguaglia il suo quarto miglior risultato all’Open dopo la vittoria del 2018, il 9° posto del 2013 e l’11° del 2019; fu 15° anche nel 2014. I birdie arrivano alle buche 3, 5, 9, 10 e 14, e per qualche decina di minuti la possibilità di un ritorno nella top ten di un Major dopo più di tre anni sembra molto vicina. L’ostacolo molto duro della 17, però, non si supera: bogey, che però non cancella un grande torneo del piemontese, che recupererà numerose posizioni nel ranking mondiale.

L’altro tema di discussione felice, chiaramente, è legato a Filippo Celli, e a una splendida Silver Medal come miglior amateur del torneo caratterizzata soprattutto da due dei colpi del -1 odierno (-5 totale) che lo colloca 47°: l’eagle alla 14 e il tee shot della 18, un autentico capolavoro che gli apre le porte del birdie e di un grande sorriso finale. Una chiusura perfetta per lui, che aveva cominciato la settimana facendo pratica con McIlroy.

Foto: LaPresse

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