Nuoto

Nuoto, Nicolò Martinenghi era il migliore anche nei 50 rana: dove ha perso la gara

Enrico Spada

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Sulla carta era l’uomo da battere ma la carta, come dice qualcuno, non può entrare in acqua perché si sfalda. In acqua entrano i nuotatori con i loro pregi e difetti, con le loro prodezze e i loro momenti bui e ci sta che, in una gara importante, possa accadere che quello che è il punto di forza di un campione diventi improvvisamente il suo punto debole, quello che lo rende vulnerabile di fronte all’avversario, soprattutto quando la distanza è breve, le medaglie si assegnano sui centesimi e i particolari acquistano enorme importanza.

Nicolò Martinenghi è riconosciuto da tutti, nell’ambiente, come un grande specialista delle partenze: anche per questo oggi godeva dei favori del pronostico. Il migliore, o fra i migliori, al blocco di partenza, il più in forma sulla fase nuotata, in fiducia perché appena laureato campione del mondo. La gara è gara e può succedere che anche un campione come il varesino possa sbagliare qualcosa in partenza. Questione di pochi decimi di secondo, due, forse tre, e si è trovato in vasca a dover recuperare su quasi tutti gli avversari.

I nuotatori normali, in quella condizione, contro avversari fortissimi, si possono far prendere dallo sconforto e possono rinunciare a lottare, Martinenghi, che è un campione, ha raccolto tutte le energie che aveva a disposizione ed ha iniziato da subito ad alzare i ritmi della sua nuotata, ha rimontato su Fink ed Andrew, ad un certo punto si è trovato anche davanti ma la lucidità e la brillantezza non poteva essere la stessa di quando si conduce una gara di testa, di quando ci si guarda attorno e non si vede nessuno.

Proprio sul traguardo Martinenghi qualcosa ha pagato in termini di velocità e anche di perfezione del gesto al momento del tocco sulla piastra. Andare a ricercare dove esattamente siano stati persi quei 3 centesimi che sarebbero bastati per l’oro è esercizio complicato e forse anche inutile. Di sicuro quella dell’azzurro non è stata una gara perfetta e lui lo sa bene. Non può, però, una medaglia d’argento rovinare il momento d’oro del ranista lombardo, che tornerà a casa con una gioia enorme ed un rimpianto piccolo, anche perché la vittoria è arrivata nella specialità olimpica e la sconfitta nella gara che si trova fuori dal programma a Cinque Cerchi, ed anche quello un certo peso lo ha.

Quello che è certo è che Martinenghi non dimenticherà questa gara, ne farà tesoro per sbagliare meno in futuro e, conoscendolo, la certezza è che ci riuscirà. La sua vita sportiva, finora, è stata un susseguirsi di alti e bassi e se il “basso” è diventato un argento mondiale, l’attesa è tutta per gli alti. 

Foto: LaPresse

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