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MotoGP, la Ducati ha pagato caro un errore: troppa incertezza sul futuro dei piloti

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Con il ritiro di Suzuki, rimangono cinque Case costruttrici in MotoGP. Di esse, ben tre hanno già ufficializzato i piloti del Factory Team 2023. Ha cominciato Aprilia, confermando Aleix Espargarò e Maverick Viñales. È seguita Yamaha, annunciando il rinnovo del contratto di Fabio Quartararo, nuovamente affiancato da Franco Morbidelli, che dal canto suo era forte di un accordo biennale. Proprio come Brad Binder in Ktm, la quale ha poi comunicato l’arrivo di Jack Miller in sostituzione di Miguel Oliveira.

Mancano ancora all’appello Honda e Ducati. Cionondimeno, sin dal momento dell’inaspettato addio di Suzuki, è diventato chiaro come Joan Mir sia destinato ad accasarsi a fianco di Marc Marquez. Non bisogna dimenticare come HRC avesse messo gli occhi sul maiorchino già nel 2018, con l’obiettivo di promuoverlo in MotoGP negli anni a venire. Si mise di mezzo proprio la Casa di Hamamatsu, che soffiò the Miracle all’Ala. Per fortuna di Joan, laureatosi Campione del Mondo 2020! Ora, i promessi sposi Mir-Honda sarebbero pronti a convolare a nozze. Di secondo letto, certo, ma pur sempre di matrimonio si tratta. A Borgo Panigale, invece, regna ancora l’incertezza. Francesco Bagnaia ha un accordo fino al 2024, ma il nome del suo futuro compagno di squadra sta diventando una telenovela.

Ducati era partita decisissima, scegliendo di rinunciare a priori al già citato Miller, che già ad aprile aveva rivelato di non aver ricevuto alcuna proposta di rinnovo da parte del marchio per il quale, tra Pramac e Factory Team, corre da cinque stagioni. Il valore del ventisettenne australiano è risaputo. Si tratta di un pilota altalenante, perfetto per il ruolo di “secondo” in una squadra ufficiale, oppure di punta per una struttura privata, alla quale è sufficiente avere saltuari picchi di rendimento. Evidentemente, se a Borgo Panigale hanno optato per “scaricarlo”, è perché miravano ad avere un upgrade, convinti di poter effettuare un passo in avanti. Come? Affiancando a Bagnaia un altro pilota potenzialmente da titolo.

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Però, dalla primavera, la situazione si è arenata sino a tramutarsi in un tormentone. Chi dividerà il box con Pecco nel 2023? Jorge Martìn o Enea Bastianini? A voler parlare fuori dai denti, l’impressione è che la scelta sia già stata compiuta, forse prima ancora dell’inizio della stagione. Lo spagnolo è entrato nelle grazie di Ducati sin dai tempi del titolo iridato conquistato in Moto3 (2018). Da allora a Borgo Panigale se ne seguono attentamente le sorti e se ne promuove attivamente la crescita. Il 2021 di Martinator è stato impressionante, essendosi concluso con una vittoria, tre pole position e quattro podi nonostante la tremenda caduta di Portimao.

Logico, quindi, aspettarsi un 2022 di caratura quantomeno analoga, portando a una meritata promozione nel Factory Team per l’anno prossimo. Invece le cose hanno cominciato a ingarbugliarsi con Enea Bastianini a recitare il ruolo di “guastafeste”. Il riminese è infatti partito benissimo su una GP21 già rodata e affinata, mentre Martìn ha faticato a trovare il feeling migliore con una GP22 più complicata di quanto si preventivasse. Così, l’italiano ha cominciato a vincere prima del previsto, issandosi temporaneamente addirittura in testa al Mondiale. Invece lo spagnolo ha iniziato a cadere con una frequenza allarmante, anche a causa di un acciacco al polso.

A Borgo Panigale si sono quindi trovati nella situazione più scomoda possibile, quella di vedere messe in crisi gerarchie già decise dietro le quinte. La prova? Paolo Ciabatti, DS della Casa bolognese, aveva dichiarato come il nome del compagno di squadra di Bagnaia sarebbe stata reso noto al Mugello. Invece l’annuncio è stato procrastinato più volte, sino a venire rimandato sine die. Se parlassero solo i risultati di inizio 2022, dubbi non dovrebbero essercene, il prescelto dovrebbe essere Bastianini. Invece, se si sta aspettando, è perché si vuole dare a Martìn l’opportunità di “giustificare” la sua promozione.

Però viene da chiedersi cui prodest. A che serve questo teatrino? Attualmente solo a creare nervosismo nei piloti e nei loro entourage. La dinamica peggiore è rappresentata dal fatto che la questione, ormai, è meramente di forma e non di sostanza! Sì, perché Martìn e Bastianini nel 2023 avranno comunque la medesima moto! Entrambi saranno trattati da “ufficiale”, in quanto le Desmosedici affidate a Pramac sono analoghe a quelle del Factory Team. Ormai si deve solo decidere chi si vestirà di rosso e chi di bianco-viola!

A questo punto, vale davvero la pena generare tanta incertezza in merito al futuro di due piloti in cerca di affermazione, ponendo Martìn in una situazione di pressione, poiché è quasi obbligato a ottenere risultati di peso in tempi brevi, e Bastianini in una di imbarazzo, perché facendo il suo lavoro al meglio “rischia” di mandare a carte quarantotto una politica aziendale? Non sarebbe meglio parlare chiaro e chiudere la questione, sgravando entrambi di un tarlo e permettendo loro di pensare solo alla pista, senza doversi preoccupare delle ripercussioni dei rispettivi risultati?

Foto: MotoGPpress.com

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