Paralimpiadi

Tennis in carrozzina, Paralimpiadi Tokyo: Houdet e Peifer vincono il doppio maschile, Diede de Groot il singolare femminile

Federico Rossini

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Si sono assegnate oggi tredici medaglie in cinque differenti specialità tennistiche alle Paralimpiadi di Tokyo. In particolare, è completo il podio del singolare femminile e del doppio maschile, mentre per quanto riguarda il quad è stata assegnata la medaglia di bronzo, con il match per l’oro in campo domani.

Per quel che concerne il doppio maschile, il primo a assegnare l’oro, il gradino più alto del podio è appannaggio della coppia francese composta da Stephane Houdet e Nicolas Peifer, che sorprendono dopo una battaglia strana i favoriti (e celebratissimi) britannici Alfie Hewett e Gordon Reid, sconfitti con il punteggio di 7-5 0-6 7-6(3). Bronzo agli olandesi Tom Egberink e Maikel Scheffers, vittoriosi per 6-3 6-2 sui giapponesi Shingo Kunieda e Takashi Sanada. Proprio tra Egberink e Kunieda si giocherà domani la finale per l’oro in singolare, con l’olandese che, da numero 8 del tabellone, è stato finora in grado di compiere un’autentica impresa, ma il nipponico è l’ostacolo più duro in assoluto, uno dei giocatori più forti della storia, cui manca Wimbledon come Slam solo perché il tennis in carrozzina vi è stato introdotto nel 2016 e ancora non è riuscito a farlo suo.

Il singolare femminile, invece, va a Diede de Groot al termine di una finale nella quale rischia di far svanire il vantaggio di un break nel secondo set, prima di prevalere per 6-3 7-6(1) nei confronti della giapponese Yui Kamiji. Dopo undici Slam vinti, arriva la grande gioia anche a livello paralimpico succedendo ad Aniek van Koot, che dopo due argenti stavolta deve scendere dal podio, sconfitta dalla britannica Jordanne Whiley per 6-4 6-7(7) 6-4.

Per quanto riguarda invece il quad, la medaglia di bronzo del singolare è del diciottenne olandese Niels Vink, che supera il giapponese Koji Sugeno per 6-1 6-4. Il confronto per il primo posto sarà disputato dall’australiano Dylan Alcott e dall’altro orange Sam Schröder.

Foto: LaPresse

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