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La MotoGP perderà appeal senza Valentino Rossi dal 2022? Gli scenari e un pilota da Mondiale che (per ora) non c’è

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“Meno cinque”, questo recita il conto alla rovescia guardando a Valentino Rossi. A meno di clamorosi ripensamenti, o incredibili ribaltoni, il Dottore chiuderà la sua carriera agonistica al termine della stagione, alla cui bandiera a scacchi mancano, appunto, cinque Gran Premi. Quindi, dal 2022, comincerà il “dopo-Rossi”, un’epoca particolarmente temuta da chi ha interesse che l’attenzione sul Motomondiale resti alta, soprattutto in Italia.

Già, perché per quasi un quarto di secolo il fuoriclasse di Tavullia è stato in grado di generare un’enorme attenzione attorno a sé, facendo di conseguenza crescere a dismisura anche la popolarità della MotoGP in tutto il mondo. Al di là delle dinamiche globali, guardando al nostro Paese viene da chiedersi se non stia per iniziare un periodo storico difficile per il motociclismo, destinato a perdere appeal agli occhi del grande pubblico. Certo, il cosiddetto “zoccolo duro” rimarrà inalterato, ma rischia di tornare esposto alle intemperie, come lo era a fine anni ’80-inizio ’90, ovvero prima dell’avvento prima di Max Biaggi, l’uomo in grado di rilanciare il Motomondiale in Italia in termini di popolarità, e poi di Valentino Rossi, colui che è stato capace di far letteralmente esplodere l’interesse.

Senza il Dottore, saranno tre i principali catalizzatori dell’attenzione del pubblico italiano. In rigoroso ordine anagrafico il terzetto è composto da Andrea Dovizioso, Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia. Qualcuno di loro, però, può essere in grado di lottare per il titolo?

Dovizioso, dopo tante stagioni alla Ducati, sta per cominciare una nuova avventura in Yamaha. Per lui il 2022 si annuncia il momento del do-or-die, perché a 36 anni non avrà più tante occasioni di laurearsi Campione, sempre che la corona iridata possa essere considerata un traguardo alla sua portata. Vero che per tre volte si è classificato secondo nel Mondiale alle spalle di Marc Marquez, ma sempre a debita distanza dal fenomenale spagnolo. Inoltre non sarà semplice imporsi su una moto che, con ogni probabilità, sarà ormai modellata a immagine e somiglianza di Fabio Quartararo, diventato a tutti gli effetti il leader indiscusso della Casa di Iwata. Peraltro Undaunted avrà una doppia staccionata da abbattere. In primis non bisogna dimenticare come, pur dotato di una moto ufficiale, correrà in una squadra satellite. Al riguardo va rimarcato come l’ultimo centauro al di fuori dei factory team capace di laurearsi Campione del Mondo sia stato Valentino Rossi nell’ormai lontano 2001, quando ancora esisteva la 500cc. Inoltre non va dimenticata la barriera anagrafica.  Nella storia del Motomondiale, solamente Leslie Graham si è fregiato del titolo iridato dopo aver scollinato le 35 primavere, ma correva addirittura il 1949! Insomma, Dovizioso sembra più destinato a lottare per successi parziali, senza poter essere realmente un fattore sul lungo periodo, almeno per quanto riguarda la prima posizione in classifica generale.

Alcuni concetti appena espressi valgono anche per Morbidelli, in particolare quello relativo al fatto di guidare una M1 che sarà forgiata su misura per Quartararo, con il quale peraltro condividerà il box. Il futuro ventisettenne romano è destinato a diventare il compagno di squadra della Stella Polare Yamaha e il compito non si annuncia affatto semplice. È anche vero che i due si conoscono bene e hanno già fatto parte dello stesso team nel 2019 e nel 2020, anno in cui Frankie ha saputo ottenere risultati comparabili (se non migliori) pur gareggiando con una moto meno evoluta di quella del compagno. Questo sarà il tema forte del 2022 per Morbidelli, perché per la prima volta gareggerà in MotoGP con un mezzo meccanico pari a quello dei rivali e non più navigato, per non dire obsoleto. Basterà per tramutarlo in un centauro capace di lottare per il Mondiale? La speranza è che sia così, soprattutto alla luce del secondo posto nel campionato 2020, ma sarà una dinamica tutta da verificare sul campo. In tal senso il 2022 si annuncia come l’anno della verità. Quanto vale davvero il romano? La risposta arriverà solo in pista.

Infine su Bagnaia c’è poco da aggiungere rispetto a quanto già espresso in tanti articoli a lui dedicati negli ultimi mesi. Il piemontese sta studiando per diventare Campione del Mondo, ma gli mancano ancora la continuità e l’esperienza per poterlo essere. I picchi sono degni del titolo, vedasi il successo ottenuto ieri. Il processo di apprendimento è il medesimo attraverso il quale è passato anche Quartararo, in questo 2021 diventato molto più solido rispetto al 2020. Se Pecco dovesse seguire lo stesso sentiero, allora potrebbe davvero tramutarsi nel Messia della Ducati, con il sogno di diventare il primo italiano a vincere un Mondiale su moto italiana esattamente 50 anni dopo l’ultimo trionfo di Giacomo Agostini in sella alla Mv Agusta. Affinché tale proposito possa diventare realtà, è però necessario colmare le lacune emerse nella stagione in corso, ma per quelle l’unica medicina appare essere proprio la già citata esperienza. Sarà sufficiente quella accumulata nel 2021, oppure bisognerà concedergli altro tempo?

Certo, ci saranno altri quattro centauri italiani impegnati in MotoGP, ma nessuno di loro avrà ambizioni da titolo. Enea Bastianini e Luca Marini avranno a disposizione una Ducati GP22, ma verosimilmente potranno mettere nel mirino “solo” exploit parziali, almeno nel breve periodo. Invece a Marco Bezzecchi e Fabio Di Giannantonio non si può chiedere nulla di più che una stagione di apprendistato, la quale verrà peraltro svolta su una moto più vecchia di un anno rispetto alle altre.

Basterà tutto questo a tenere vivo l’interesse per il Motomondiale in Italia anche tra il grande pubblico? Servono vittorie, c’è poco da fare. Se non dei piloti, almeno delle moto. Ducati sta investendo tanto per riconquistare quell’Iride sinora raccolto solo con Casey Stoner nel 2007. Occhio soprattutto a Jorge Martin, che in prospettiva futura fa paura. Riguardo Aprilia, chissà. Il titolo appare ancora qualcosa di troppo grosso, ma alla luce dei progressi mostrati nel 2021 e della presenza in squadra di Maverick Viñales, non si può certo escludere la possibilità di vederla arpionare un successo parziale.

Foto: La Presse

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