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Basket, Danilo Gallinari: “Ripenso ancora al finale di Italia-Francia, ma questa squadra ha un futuro! Sul ritorno in Europa…”

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Danilo Gallinari si gode le meritate vacanze dopo una lunghissima stagione nella NBA con i suoi Atlanta Hawks, conclusa con la sconfitta in Gara-6 contro i Milwaukee Bucks nella finale della Eastern Conference, e una bella cavalcata con la Nazionale italiana ai Giochi Olimpici di Tokyo. Per il “Gallo”, da pochi mesi diventato anche padre, è il momento ideale per staccare un po’ la spina, concentrarsi sulla famiglia e pensare alle prossime sfide che si presenteranno nei prossimi mesi.

Come spiega in una lunga intervista al Corriere della Sera, tuttavia, il trentatreenne nativo di Sant’Angelo Lodigiano, non riesce ancora a togliersi dalla mente gli ultimi possessi di Italia-Francia, quarto di finale dell’Olimpiade nipponica: “Siamo arrivati talmente vicini alla vittoria, davvero ad un passo dalla rimonta, non c’è dubbio che l’amarezza resti. Ma non possiamo rimproverarci nulla, abbiamo lottato, combattuto fino all’ultimo”. L’avventura sotto i Cinque Cerchi è da spiegare anche a chi non c’era, come Gigi Datome e Marco Belinelli: “Una esperienza memorabile, una opportunità unica che sono convinto potranno vivere insieme, ancora, quando si ripresenterà. Questa squadra, ribadisco, il gruppo, ha un futuro. Avremo altre sfide da vivere, vincere e raccontare”.

Se Danilo Gallinari è volato a Tokyo con la squadra, chi ne ha fatto le spese è stato Awudu Abass. “L’ho chiamato quando ero ad Atlanta comprendendo il suo grande dispiacere. Gli ho parlato anche dopo, ringraziandolo, perchè se ero arrivato a Tokyo lo dovevo anche a lui, oltre che a Sacchetti che mi ha convocato. Un colloquio sereno, ho voluto farlo di persona, era giusto che gli parlassi”. Da chi non è salito sulla scaletta dell’aereo verso i Giochi Olimpici, a chi ha condotto la squadra in terra giapponese: il CT Meo Sacchetti. “E’ diretto, trasparente, ti spiega le cose. Credo sia stato difficile anche per lui chiamarmi e non convocare Abass. Ci si può parlare tranquillamente, esprimersi, quando i risultati arrivano è merito della squadra, ma anche di chi la guida. Bravissimo a creare il gruppo, il complesso, la squadra, a farci credere nel sogno”.

L’ala degli Atlanta Hawks ricorda, poi, i momenti più indelebili delle sue Olimpiadi. Su tutti… “Il primo oro di Vito Dell’Acqua nel taekwondo è stato una festa per tutti noi. Al suo ritorno lo abbiamo accerchiato in ascensore. Poi i trionfi di Jacobs e Tamberi. Gimbo è un amico. Pajola, Tonut, Ricci e io lo abbiamo atteso fino alle 3:30 di notte per una grande festa. Che emozione”.

Dopo una carriera lunga ben 13 stagioni al di là dell’oceano, che riflessioni si possono fare? “Significa giocare e competere contro i giocatori più forti a livello internazionale. E’ una sfida che si rinnova ogni giorno, ogni anno. A livello personale, pensare che ci gioco da 13 stagioni, quando la media in realtà è di 5, è una soddisfazione”. Il “Gallo” è reduce da una annata clamorosa con gli Hawks. “Abbiamo scioccato la NBA, siamo stati la sorpresa, arrivando vicini al titolo. Se vinceremo? Io ci credo, è la mia sfida, è chiaro però che è sempre più difficile”.

Ultima battuta su un eventuale ritorno in Italia e in Europa, dove con il senno di poi avrebbe potuto vincere numerosi trofei. “Ci penso sì, pero non me ne pento. Certo, mi viene in mente la mia Milano, l’Olimpia, guardo i trofei di papà Vittorio, immagino quanto avrei vinto in Italia e in Europa con la squadra che amo, è anche questo un sogno… Tornare? Sarebbe la chiusura di un cerchio ma, per ora, non è il momento anche se mio padre non vedrebbe l’ora, anche se non me lo dice”.

Foto: Lapresse

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