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Ginnastica: Simone Biles, il dramma dei “twisties” e le paure degli atleti. Chi ne soffre? Il problema è diffuso

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Simone Biles ha scoperchiato un vero e proprio Vaso di Pandora quando ha dichiarato di soffrire di “twisties”. La conferenza stampa dopo la finale a squadre delle Olimpiadi di Tokyo 2021 ha avuto una vasta eco mondiale, uscendo dallo stretto ambito dello sport, perché il ritiro della statunitense da quella gara è dovuto a problemi di natura psicologica e mentale, legati alle tante pressioni ricevute negli ultimi mesi e dallo stressante inseguimento alla conquista di cinque medaglie d’oro. La 24enne, in lacrime, ha svelato le sue criticità e non ha accettato di nascondersi dietro a uno stop per problemi fisici, come invece avrebbe voluto fare USA Gym.

Il verbo dell’icona indiscussa della Polvere di Magnesio può fare affidamento su una garantita cassa di risonanza planetaria e i “twisties” sono inevitabilmente diventati l’argomento più gettonato nelle ultime ore. Spieghiamo ancora una volta di cosa si tratta, usando le stesse parole impiegate in una prima definizione che abbiamo portato in Italia ormai più di 24 ore fa: “Blocchi mentali che fanno perdere a una persona il senso dello spazio mentre è in aria, facendogli perdere il controllo del proprio corpo e facendogli fare dei movimenti che non aveva previsto“.

La descrizione di quello che è capitato a Simone Biles durante il salto al volteggio nella finale a squadre di ormai tre giorni fa. La Campionessa Olimpica aveva dichiarato un Amanar al volteggio, ma poi ha eseguito un avvitamento e mezzo perché si è come smarrita dopo aver approcciato la tavola. Nei casi peggiori si può anche essere incapaci di atterrare in sicurezza e dunque possono anche generare situazioni molto pericolose, soprattutto quando l’acrobatica è agli estremi come accade nella ginnastica a questi livelli.

Dopo aver letto le parole dell’americana, tantissime altre ginnaste hanno dichiarato di avere sofferto anche loro di “twisties”. La britannica Claudia Fragapane è finita in ospedale in primavera, mentre si stava preparando per i Giochi. La svizzera Giulia Steingruber, bronzo al volteggio a Rio 2016 e presente a Tokyo 2021, ne ha parlato nella sua biografia e si è sempre sentita soffocare da questa criticità. La statunitense Lauren Hernandez, argento alla trave a Rio 2016, ne ha parlato in maniera terrorizzata, definendolo soprattutto come un problema da volteggio e corpo libero. Si è generata una vera e propria alzata di mano sui social, tanto da fare capire che il problema è tutt’altro che isolato e che bisognerebbe provare a trovare una soluzione.

Sulla vicenda si era soffermato anche Enrico Casella, Direttore Tecnico della Nazionale Italiana, che ha parlato di un episodio accaduto alle azzurre: Probabilmente tutti quegli elementi, le rotazioni che è in grado di svolgere e che ha appreso negli ultimi tempi, le hanno procurato un po’ di confusione psico-motoria, che può verificarsi in tutte le ginnaste. Asia D’Amato, ad esempio, nei Mondiali di Stoccarda, a tre giorni dalla gara, non riusciva più a trovare i passi della rincorsa al volteggio. Anche automatismi apparentemente acquisiti e banali, se perdi i punti di riferimento, possono diventare un problema. Io credo che Simone abbia fatto bene a fermarsi perché può diventare pericoloso”.

Foto: Lapresse

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