Ciclismo

Giro d’Italia 2021, Peter Sagan e Bora-Hansgrohe: tanto lavoro senza finalizzazione

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La terza tappa del Giro d’Italia 2021, la Biella-Canale di 191 chilometri, sembrava cucita su misura per Peter Sagan. Il tracciato presentava delle salite ove mettere in difficoltà gli sprinter più puri e il finale, tecnico e in leggera salita, era perfetto per il tre volte iridato. Tuttavia, Sagan e la sua squadra, la Bora-Hansgrohe, la quale ha lavorato tutto il giorno, non sono stati capaci di indirizzare la frazione nei binari che volevano loro e lo slovacco non solo non è riuscito a conquistare il successo, che è andato al fuggitivo Taco van der Hoorn, ma è stato anche battuto da Davide Cimolai nella volata per il secondo posto.

A ben vedere, il tanto lavoro fatto dal sodalizio tedesco è risultato inutile. L’impressione è che la Bora abbia gestito male l’inseguimento lasciando troppo spazio ai fuggitivi, i quali a 50 chilometri dall’arrivo avevano ancora 3’30” sul gruppo, e trovandosi, così, costretta a fare le salite di Castino e Manera a un ritmo fin troppo veemente. Giovanni Aleotti, giovane promessa del ciclismo italiano, ha letteralmente spianato le ascese in questione, dimezzando, praticamente, il vantaggio dei battistrada. Tuttavia, la sua azione ha messo in difficoltà lo stesso Peter Sagan, il quale, allo scollinamento della seconda erta, dava l’impressione di essere decisamente affaticato.

La Bora, nel finale, si è pure vista costretta a sacrificare un uomo come Felix Grossschartner, che poteva avere qualche velleità di piazzamento classifica generale, e ha fatto lavorare anche Matteo Fabbro. Ad ogni modo, sulla salite di Guarene, con un Sagan che ormai era al limite, non hanno potuto fare quell’accelerazione violenta che avrebbe permesso loro di ridurre notevolmente il gap da van der Hoorn.

Se certamente in ammiraglia non sono esenti da colpe, ad ogni modo, era lecito aspettarsi di più anche da Peter Sagan. E’ vero che lo slovacco, da un paio d’anni, appare leggermente in calo, ma il Sagan che l’anno scorso dominò la frazione di Tortoreto Lido, decisamente molto più dura di quella odierna, aveva comunque un’altra gamba rispetto allo slovacco visto oggi. Il tre volte iridato, dopo la mezza debacle odierna, è chiamato a fare un passo in avanti in salita se vuole vincere la maglia ciclamino. Negli sprint a ranghi compatti, infatti, per lui, a questo punto della carriera, non è facile battere gli sprinter puri e dovrebbe sfruttare le frazioni movimentate, come quella odierna, non solo per alzare le braccia al cielo, ma anche per fare il pieno di punti.

Foto: Lapresse

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