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America’s Cup, le regole per la prossima edizione: barche confermate, passaporti stringenti, sede e date da definire

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Il Royal New Zealand Yacht Squadron ha ricevuto e accettato la sfida per la 37ma edizione dell’America’s Cup dai nostri amici britannici di lunga data del Royal Yacht Squadron Racing“. Sono queste le parole con cui il commodoro Aaron Young ha ufficialmente dichiarato che Team New Zealand ha accettato il guanto di sfida lanciato da Ineos Uk. Lo si sapeva già da alcuni giorni, mancava soltanto la conferma, arrivata nelle ultime ore.

Il sodalizio britannico, in rappresentanza dello Yacht Club di cui la Regina Elisabetta II è patrocinatrice, è diventato dunque Challenger of Record e tenterà l’assalto alla Vecchia Brocca, attualmente nelle mani della compagine neozelandese, capace di ribadire il suo ruolo di Defender battendo Luna Rossa per 7-3 nella baia di Auckland.

Sono già state definite alcune regole per la prossima edizione della America’s Cup, ma resta ancora da definire dove e quando si disputerà. Diamo uno sguardo schematico alle intese raggiunte dai due team e alle nuove regole della competizione sportiva più antica al mondo (nacque nel 1851), ricordando che Luna Rossa ha già confermato che prenderà parte alla prossima edizione.

REGOLE PROSSIMA EDIZIONE AMERICA’S CUP

  • Ci sono diverse opzioni, ma la sede e le date delle regate verranno annunciate entro sei mesi all’interno del Protocollo, se non prima. Dunque entro il 19 settembre 2021 sapremo ufficialmente quando e dove si svolgerà la prossima America’s Cup. Le ipotesi emerse, stando alle indiscrezioni, sarebbero due: una competizione classica, con più sfidanti, ad Auckland, nel 2023-2024; un confronto tra Ineos Uk e Team New Zealand all’Isola di Wight nel 2022, senza l’inserimento di altri sfidanti (sembra che questo scenario stia ormai scemando).
  • Le barche saranno sempre gli AC75, la classe che ha debuttato nell’edizione appena conclusa. Questa tipologia di imbarcazione è stata confermata per i prossimi due cicli di America’s Cup e rappresenterà una condizione per l’ingresso di nuovi sfidanti. Chi deciderà di lanciare la sfida per la prossima edizione dovrà infatti sottoscrivere una clausola che prevede che, anche in caso di vittoria, manterrà in vigore gli AC75 anche per la competizione successiva e non opterà per uno stravolgimento del regolamento.
  • Ogni sodalizio potrà costruire una sola barca per la prossima America’s Cup. Per l’evento del 2021 se ne erano potute costruire due. Questo cambiamento è stato pensato per limitare i costi, ma ovviamente porterà a delle difficoltà a livello sportivo: o lo scafo sarà perfetto oppure addio sogni di gloria, senza poter correre ai ripari. Si tratta di un vantaggio per i team che erano in gara ad Auckland, visto che hanno già un’importante base da cui partire.
    Attenzione: le barche 1 e 2 viste in acqua durante l’inverno avranno un valore di mercato molto elevato e potrebbero essere acquistate da alcuni sodalizi. Potrebbero esserci dei team satellite di New Zealand e di Ineos, magari anche di Luna Rossa… L’obiettivo è quello di aumentare il numero di sfidanti limitando i costi.
  • Regola estremamente stringente sulla nazionalità dell’intera flotta. Le squadre dovranno essere composte al 100% da marinai che, al 19 marzo 2021 (cioè oggi), sono in possesso della cittadinanza del Paese in cui ha sede lo Yacht Club che partecipa alla Coppa America. Ci sono due eccezioni che lasciano spazio alla partecipazione di stranieri: la prima riguarda atleti che hanno risieduto fisicamente per due degli ultimi tre anni in quel Paese (prima del 18 marzo 2021, l’eventuale presenza nella campagna ad Auckland è considerata valida); la seconda, totalmente discrezionale, parla di Nazioni considerate “emergenti” (ma non viene definito quali siano).
    Luna Rossa potrebbe dunque eventualmente avvalersi delle prestazioni dell’australiano James Spithill, visto che ha risieduto in Italia per il tempo necessario (considerando anche la sua presenza in Nuova Zelanda per partecipare all’ultima Coppa America). Chiaramente questa regola limita moltissimo Ernesto Bertarelli, patron di Alinghi, che aveva dichiarato il desiderio di rimettersi in gioco dopo i trionfi del 2003 e del 2007: pensare a un equipaggio interamente svizzero appare molto difficile, Team New Zealand e Ineos hanno scritto questo punto per evitare che i propri talenti venissero corteggiati dai ricchi contratti in franchi, come era già accaduto vent’anni fa (Russell Coutts e tanti altri compagni lasciarono i Kiwi dopo il sigillo del 2000 per accasarsi alla corte del magnate elvetico).
  • Sarà nominata un’unica Event Authority, responsabile della conduzione di tutte le gare e della gestione delle attività commerciali relative ad AC37 (la 37ma edizione della America’s Cup).
  • Nel comunicato si precisa anche che il Defender e il Challenger of Record studieranno e concorderanno un pacchetto significativo di misure di riduzione dei costi della campagna, comprese misure per attirare un numero maggior di sfidanti e per assistere alla creazione di nuove squadre. Proprio questo punto sembra fare tramontare l’ipotesi di un immediato scontro diretto tra Ineos Uk e Team New Zealand.

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Foto: Lapresse

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