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Roland Garros 2020, Jannik Sinner: “So di avere talento, ma devo lavorare. Affronterò Nadal a modo mio”

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Jannik Sinner, quest’oggi, scenderà in campo a Parigi per i suoi primi quarti di finale in un torneo del Grande Slam: al Roland Garros il nome del suo rivale è da far tremare i polsi, ovvero lo spagnolo Rafael Nadal, 12 volte vincitore di questo Major. Basterebbe questo per mettere soggezione, tenendo conto anche della spaventosa media dell’iberico sulla terra rossa francese: in 99 incontri disputati, Rafa ne ha vinti 97. L’incontro con Sinner, dunque, sarà il 100° per l’asso nativo di Manacor e quindi significativo.

Da par suo, Jannik è consapevole di chi andrà a sfidare, ma non vuol fasciarsi la testa prima di essersela rotta, forte delle sue qualità: “Lui sa sempre cosa fare. Sa come si sta in campo. Ti legge bene: se ti vede lontano dalla riga di fondo, accorcia; se sei vicino, fa esattamente il contrario. Non sbaglia mai e non molla mai, come sappiamo anche che sulla terra rossa ha grande intelligenza“, le parole dell’azzurrino, intervistato da Repubblica. E quindi? “Vado incontro a un match in cui cercherò di giocare a modo mio: so cosa attendermi da Rafa, nel senso che ricordo i colpi che mi ritornano, essendomi allenato con lui qualche volta. Ho sempre saputo di avere talento, so di avere qualcosa di speciale, ma devo lavorare per poter tirare fuori in partita il colpo giusto al momento giusto. So di averlo nelle mani, la domanda è se ce l’ho anche nella testa e nelle gambe. E nei piedi, che nel tennis sono la cosa più importante. Il gioco è sempre più fisico, ci si sposta spesso e velocemente da un lato all’altro“.

Una partita, comunque, utile per la crescita del ragazzo a prescindere dal risultato. Un concetto sottolineato dal coach di Sinner Riccardo Piatti: “Immagino che Rafa farà sentire immediatamente la sua presenza, la sua possanza fisica. Quindi, toccherà a Jannik saper trovare le contromisure, anche psicologiche, tali da non farsi schiacciare. Sono queste le partite che aspettavamo, che vogliamo e inseguiamo. E ne serviranno così per almeno tre anni. Questo resta il progetto, a prescindere dall’esito di questo Roland Garros“.

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Foto: LaPresse

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