Ciclismo

Filippo Ganna regala all’Italia il primo Mondiale a cronometro. Impresa storica da fenomeno

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Per decenni l’Italia ha avuto una grande tradizione, nel ciclismo, per quanto concerne le prove a cronometro. Il Bel Paese ha anche vinto, con Learco Guerra, nel 1931, quello che fu un vero e proprio Mondiale a crono ante litteram. In quella stagione, infatti, la maglia iridata venne assegnata al termine di una prova contro il tempo di 170 chilometri che si snodava lungo le strade di Copenaghen e il mantovano la dominò rifilando oltre quattro minuti a tutti quanti.

Guerra, soprannominato la Locomotiva Umana, era rivale di un altro grande delle prove contro il tempo, vale a dire Alfredo Binda, che conquistò, nel 1933, la prima cronometro presente nel tracciato di un Giro d’Italia: la Bologna-Ferrara di 62 chilometri. Nei decenni successivi, atleti capaci di sostenere l’eredità di Binda e Guerra si sono susseguiti senza sosta. Da Giovanni Valetti a Fausto Coppi, passando per Ercole Baldini, Vittorio Adorni, Felice Gimondi, Francesco Moser, Giuseppe Saronni, Roberto Visentini e Gianni Bugno.

Dalla seconda metà degli anni ’90, però, la scuola azzurra ha smesso di produrre cronoman con la stessa continuità di un tempo. Il mondiale di specialità esiste dal 1994 e, prima di oggi, solo altre tre volte un atleta azzurro vi era salito sul podio e mai prima d’ora un italiano lo aveva vinto. Il confronto con il Gran Premio delle Nazioni, antenato in salsa francese della cronometro iridata, è impietoso. In quella manifestazione, l’Italia vanta sette vittorie e ventuno podi tra il 1932 e il 1979.

Il trionfo odierno di Filippo Ganna, dunque, assume un’importanza storica. Per la prima volta dal 1968, quando Felice Gimondi conquistò il suo secondo Gran Premio delle Nazioni, il Bel Paese torna a trionfare nella gara a cronometro più ambita della stagione. Un successo che ci auguriamo possa servire a rilanciare definitivamente una scuola, quella italiana, che merita di tornare al suo antico splendore.

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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Lapresse

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