Ciclismo

Tour de France 2020: Bauke Mollema e Richie Porte, la Trek-Segafredo punta sui capitani di riserva senza Vincenzo Nibali

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Al sentir nominare la Trek-Segafredo, in questo 2020, la mente degli appassionati corre veloce a Vincenzo Nibali: lo Squalo, nonostante un’età che avanza, è infatti tutt’ora la stella indiscussa della formazione statunitense. Nonostante il suo palmarès, il siciliano quest’anno ha deciso tuttavia di non correre la corsa più prestigiosa del pianeta (il Tour de France) da capitano, concentrandosi sul Giro d’Italia. Al suo posto sono quindi stati insigniti dei gradi di capitano l’olandese Bauke Mollema e l’australiano Richie Porte.

In una formazione che vede tutti i suoi leader in là con l’età, risulta difficile valutare le potenzialità dei corridori senza sbirciare nella loro bacheca. Fermandosi a questo ragionamento tuttavia, seppur con le dovute proporzioni, si rischierebbe di non rendere abbastanza merito e di sottovalutare il vero asso della Trek per questo Tour: il tasmaniano Richie Porte.

L’ex-BMC, a causa di moltissimi infortuni e di una scarsa capacità di reggere le tre settimane mostrata negli ultimi anni, nonostante abbia partecipato ininterrottamente alle ultime nove edizioni della Grande Boucle (spesso anche partendo da capitano), ha infatti centrato la top-10 solo con il quinto posto del 2016, deludendo spesso e volentieri tutte le attese riposte su di lui.

Nonostante un rapporto quantomeno conflittuale con la corsa francese, il tasmaniano, a 35 anni, è consapevole che questa potrebbe essere la sua ultima grande occasione di inseguire quantomeno un podio finale. La mancanza di pressione di cui potrà godere, unita all’indiscussa esperienza e, magari, al pizzico di fortuna che gli è sempre mancata, potrebbe anche premiarlo, soprattutto in una stagione di così difficile interpretazione come questa.

Per quanto riguarda l’olandese Bauke Mollema il discorso da fare risulta invece totalmente differente. Il trentatreenne, soprattutto nelle ultime stagioni, ha mostrato come suo punto di forza un’invidiabile costanza, che gli ha permesso di raccogliere ogni anno successi interessanti, con l’ultimo squillo del Lombardia 2019 e il quinto posto al Giro lo scorso anno come lampi più importanti di un palmarès di assoluto livello.

Con il quarto posto del Lombardia, il tulipano ha dimostrato a tutti di avere una buona gamba e, in un Tour in cui le sorprese e i ribaltoni saranno all’ordine del giorno, la sua costanza e la sua versatilità potrebbero risultare ottime carte da giocarsi per ottenere un piazzamento di rilievo alla Grande Boucle. Con anche le Classiche delle Ardenne come obiettivo stagionale, ovviamente, qualora dovesse uscire di classifica nella prima settimana, l’orange potrebbe tuttavia agevolmente anche cercare di andare a caccia di tappe importanti con il talento di cui dispone.

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Le due possibili strategie che appaiono all’orizzonte per la Trek sembrano quindi essere assai differenti. Una vede i due uomini come capitani alla pari, e appare meno rischiosa ma con minori prospettive sia per la generale che per le vittorie di tappa, perchè i due potrebbero rischiare di pestarsi i piedi a vicenda; l’altra, più suggestiva ma anche più rischiosa, vede Mollema, magari fuori classifica fin da subito, come gregario di lusso di Porte con “licenza di uccidere” in determinate frazioni, nella speranza che il tasmaniano possa risultare affidabile nelle tre settimane e non lasciare sin da subito la Trek senza nemmeno un uomo in grado di lottare per la classifica.

michele.giovagnoli@oasport.it

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Foto: Lapresse

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