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Atletica, studio sul doping in Russia. Le donne si dopano il doppio rispetto agli uomini. Ecco le discipline più “sporche”

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Nei giorni scorsi due giornalisti serbi, Jovana Subic e Dimirtije Curcic, hanno completato uno studio senza precedenti effettuato sui casi di doping nell’atletica leggera russa. Tenendo in considerazione la carriera di tutti gli atleti che hanno rappresentato la Russia ai Giochi olimpici estivi da Atlanta 1996 in poi, i due ricercatori hanno valutato le loro performance in un periodo di tempo che va dal 1993 al 2019, mettendo a confronto i risultati ottenuti di quando erano legalmente “puliti” con quelli raccolti durante i periodi in cui hanno assunto sostanze dopanti.
Al tempo stesso, è stato effettuato un raffronto complessivo delle prestazioni firmate da tutti gli atleti russi, mettendo in relazione quelle “dopate” a quelle “legali”. Lo studio completo, pubblicato sul sito runrepeat.com, è disponibile in lingua inglese cliccando su queste parole. Quali sono i punti più significativi della ricerca?

Innanzitutto è interessante notare come la stragrande maggioranza di casi di doping sia stata registrata in campo femminile. Infatti delle 198 atlete russe che hanno preso parte ai Giochi olimpici nell’ultimo quarto di secolo, ben 66 hanno ricevuto una squalifica per doping (pari al 33,3%). Al contrario, tra gli uomini solamente 26 dei 156 atleti impegnati alle Olimpiadi sono stati sanzionati per l’uso di sostanze proibite (pari al 16,7%).

CRESCITA ESPONENZIALE IN VISTA DEI MONDIALI DI MOSCA 2013
Un altro punto da sottolineare riguarda la distribuzione nel tempo delle positività. Dalla ricerca si evince come, nell’atletica leggera russa tra il 1993 e il 2006 sia stato riscontrato un numero risibile di casi di doping, seguito da un aumento esponenziale tra il 2007 e il 2013 (si è infatti passati dalle 10 positività del 2006 alle 182 del 2013, anno dei Mondiali di Mosca).
Ciò non significa necessariamente che le pratiche proibite siano esplose in questo periodo, ma sicuramente che vi è stata una maggior attenzione riguardo al problema.
Tuttavia, la tagliola dell’antidoping sembra avere fatto effetto, poiché i casi dopo il 2013, sono letteralmente crollati. Per dare un termine di paragone, si pensi che nell’anno della manifestazione iridata moscovita il 23,5% degli atleti russi è stato trovato positivo dall’antidoping, mentre nel 2018 la percentuale era precipitata allo 0,7%.

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
Interessante notare come la schiacciante maggioranza dei risultati poi cancellati per doping siano stati riscontrati proprio in competizioni disputate in Russia (43,2%), segno di come le pratiche proibite siano utilizzate soprattutto per emergere a livello interno. Invece, i Paesi esteri in cui i russi sono stati trovati nelle mani nella marmellata con più frequenza sono Germania (6,3%), Gran Bretagna (5,5%) e Italia (5,3%), non a caso nazioni dove la lotta al doping viene effettuata con più rigore.

LE DISCIPLINE PIU’ PULITE
Un altro aspetto oltremodo significativo della ricerca è rappresentato dal fatto che nel corso dei ventisei anni presi in considerazione, non si sia mai stato cancellato un risultato in otto discipline. Si tratta dei 100 metri e dei 400 ostacoli in ambo i sessi, degli 800 metri, del salto in lungo e del tiro del giavellotto maschili, nonché del salto con l’asta femminile.

LE DISCIPLINE PIU’ SPORCHE
Al contrario, ci sono sette discipline in cui il numero di risultati cancellati per doping supera quello dei risultati puliti! Le “ripugnanti sette” sono tutte nel settore femminile, ovverosia 800, 1.500 e 5.000 metri, nonché lancio del martello, tiro del giavellotto, getto del peso e salto triplo.
Insomma, mezzofondo e settore lanci sono i più infetti. Non a caso tra gli uomini la percentuale più alta di positività si riscontra proprio nel getto del peso e nel lancio del martello.

DOPARSI PAGA SEMPRE?
Inoltre i due ricercatori hanno fatto un paragone tra i risultati ottenuti dai dopati rispetto a quelli raccolti dagli atleti puliti, concentrandosi soprattutto sulle discipline con il maggior numero di casi, in quanto statisticamente più significative. Ebbene, non sorprende come in tutti e 10 gli ambiti, chi è stato squalificato abbia ottenuto risultati mediamente migliori, con le differenze maggiori nel tiro del giavellotto, nella maratona e nei 3000 siepi.
Invece, in cinque discipline il doping non sembrerebbe fare la differenza. In particolare, tra di esse sono comprese il getto del peso e la marcia. In tal senso, una chiave di lettura alternativa è rappresentata dal fatto che vi sono ambiti dove i dopati la fanno franca più facilmente che altrove…

ATLETICA RUSSA DECIMATA
In ogni caso, le squalifiche per doping hanno iniziato a falciare il numero di atleti russi da oltre un decennio. Oggi come oggi, l’atletica leggera russa conta il 12% dei praticanti rispetto a tredici anni orsono…

Come detto, lo studio completo è disponibile a questo indirizzo.
Per contattare gli autori in merito a qualsiasi chiarimento, le e-mail sono jovana@runrepeat.com (Jovana Subic) e  dimitrije@runrepeat.com (Dimitrije Curcic).

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Foto: La Presse

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