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MotoGP, Valentino Rossi: “Se la Yamaha lavorerà duramente possiamo vincere, l’obiettivo è lottare per il podio”

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Era il 1996 e un ragazzino con i capelli lunghi, in sella alla sua Aprilia, iniziava a farsi strada nel Motomondiale. In quell’anno da rookie, il pilota con il numero 46, portò a casa due podi e soprattutto il successo del GP della Repubblica Ceca a Brno (18 agosto). Ne è passata di acqua sotto i ponti e Valentino Rossi, classe 1979, è ancora a sfogliare la margherita: correre o non correre?

La pandemia globale ha complicato non poco la scelta del “Dottore”. Lui avrebbe preferito gareggiare e misurarsi con i suoi rivali per capire quale sia il suo livello e se valga la pena pensare a una continuazione dell’avventura. Una scelta che sarà sulla base delle sensazioni piuttosto che su qualcosa di concreto, visto che si dovrebbe correre a Jerez de la Frontera (Spagna) il 19 luglio. L’intenzione di Valentino è quella di andare avanti e una Yamaha del Team Petronas (con trattamento ufficiale) è già pronta per lui.

Di fatto, il centauro di Tavullia deve fare i conti con un digiuno da vittorie assai duraturo: l’ultimo sigillo è datato 25 giugno 2017 ad Assen (Olanda). Da quel momento i podi sono stati appena nove. Troppo pochi per un nove volte iridato, capace di ottenere in carriera 115 vittorie, 234 top-3, 65 pole-position e in grado di portarsi a casa i titoli in tutte le categorie a cui ha preso parte (125cc, 250cc, 500cc/MotoGP). I numeri sono importanti e descrivono la grandezza di Valentino che, però, sono più di dieci anni che non porta a casa il Mondiale. L’ultima firma risale al 2009. Tuttavia, il pilota italiano la sua voglia di gareggiare non l’ha persa, cosciente di non essere più il riferimento, ma desideroso di lottare contro chi è nella fase di massimo splendore.

Il 2020 sarà particolare. Prima di tutto ci saranno più o meno la metà delle gare, ma per me la cosa strana sarà disputare due GP nello stesso posto. Abbiamo un sacco di limitazioni, nessun fan e poche persone nel paddock. Un po’ come correre quando il circuito è chiuso e non c’è nessuno. Sicuramente non una bella cosa, ma le corse sono importanti per i piloti e i team. L’obiettivo? Essere più competitivo dell’anno scorso e lottare per il podio“, le parole di Valentino, nel corso di un’intervista concessa al sito ufficiale della MotoGP e riportata da gazzetta.it.

Risultati, dunque, importanti per dare forza alla volontà di correre, dopo un 2019 che, al di due secondi posti in Argentina e ad Austin, nient’altro gli ha dato: “I risultati non sono stati quelli che mi aspettavo. Dobbiamo essere più forti e veloci. Apprendere dagli errori, essere più competitivi e avere più feeling con la moto in generale. Vale per tutti. Per me e le persone del mio box: dai tecnici agli altri“. In questo contesto, i test invernali sono stati confortanti e hanno dato delle buone indicazioni: “Sono piuttosto felice di come siano andati, alla fine della scorsa stagione abbiamo cambiato tanti aspetti tecnici. Ora la moto è migliore, più potente e veloce: se tutta la Yamaha lavorerà al 100%, duramente, si può costruire una moto che sappia vincere“.

Tuttavia, Valentino dovrà fare i conti con una concorrenza spietata: non soltanto la Honda con Marc Marquez o la Ducati con Andrea Dovizioso, ma anche la sfida interna con il team-mate Maverick Vinales e il duo del Team Petronas Fabio Quartararo-Franco Morbidelli saranno una bella bega.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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