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Bonus 600 euro, pagamenti in ritardo per questioni burocratiche! Bonifico non ricevuto: ecco cosa è successo

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L’INPS ha pagato il bonus di 600 euro per il mese di aprile a tutti i lavoratori autonomi con partita IVA iscritti all’INPS ma i lavoratori autonomi iscritti alle casse di previdenza private non hanno ancora ricevuto il bonifico. Stiamo parlando di circa mezzo milione di liberi professionisti come ad esempio giornalisti, commercialisti, ragionieri, medici, notai, avvocati, infermieri, geometri, ingegnieri, architetti.

PERCHÈ NON ARRIVA BONUS 600 PER LIBERI PROFESSIONISTI?

Ci sono due motivazioni per cui il bonus di 600 euro non è ancora arrivato sui conti correnti dei lavoratori autonomi con partita IVA iscritti alle casse di previdenza private. Il primo è un errore di battituta nel Decreto Rilancio: all’articolo 86 viene infatti scritto “le indennità di cui agli articoli 84, 85, 78 e 98 non sono tra loro cumulabili e non sono cumulabili con l’indennità di cui all’art. 44 del decreto legge Cura Italia 17 marzo 2020 n. 18. Le suddette indennità sono cumulabili con l’assegno ordinario di invalidità”.

Come riporta Qui Finanza, alla lettura testuale dell’art. 86 emerge che se un libero professionista ha incassato i 600 euro per il mese di marzo in base al decreto Cura Italia, non potrebbe più incassare l’indennità di 1.200 euro complessivi previsti per i due mesi di aprile e maggio 2020. Ma una simile interpretazione, denuncia ancora il Sindacato Cronisti Romani, sarebbe “assurda e palesemente” in contrasto con lo stesso art. 78. laddove il Governo ha stanziato 1 miliardo e 150 milioni di euro proprio per pagare i 600 euro anche per i mesi di aprile e maggio 2020 a tutti i liberi professionisti in difficoltà economiche per l’emergenza Covid-19.

Il Sindacato Cronisti Romani ha segnalato queste anomalie al Quirinale e ha indicato il rimedio più rapido per bloccare la situazione: basterebbe un’errata corrige da pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale in cui si dichiara che dall’articolo 86 viene espunto il riferimento all’articolo 78 perché lo stesso art. 78 non poteva essere mai richiamato nell’art. 86, in quanto le due norme tra loro di fatto confliggono e si annullerebbero a vicenda, vanificando così la portata stessa dell’art. 78. Si tratta poi di un chiaro errore di battitura perché il “78” viene riportato dopo “84, 85”, non rispettando il tradizionale ordine numerico.

La seconda motivazione riguarda invece la necessità di un decreto interministeriale attuativo che riveli i criteri necessari per ottenere il bonus e che permetta così di procedere col pagamento anche perché non sono ancora stati rivelati i criteri necessari per accedere al sussidio (saranno gli stessi di marzo dunque reddito inferiore ai 35000 euro nel 2018 oppure compreso tra 35000 e 50000 euro nel 2018 ma con una riduzione del reddito nel primo trimestre del 2020 rispetto allo scorso anno?) e come bisognerà effettuare la domanda (o se verrà effettuato il bonifico in automatico come fatto per chi è iscritto all’INPS). Naturalmente si potrà procedere in questo senso soltanto dopo la correzione del Decreto Rilancio.

LA RISPOSTA DEL MINISTRO DEL LAVORO:

A tranquillizzare gli animi dei liberi professionisti è stata Nunzia Catalfo, Ministro del Lavoro, con un post su Facebook: “Voglio fare chiarezza su una questione importante che coinvolge circa 500mila lavoratori: il bonus di 600 euro per i professionisti iscritti alle casse di previdenza privata che l’hanno già percepito a marzo verrà erogato anche per i mesi di aprile e maggio. L’art. 44 del Decreto Cura Italia conteneva, infatti, anche le risorse per le indennità di lavoratori stagionali, intermittenti, prestatori d’opera, lavoratori porta a porta che nel Decreto Rilancio sono stati inseriti in un’altra norma (art. 78). Nei prossimi giorni emanerò il decreto interministeriale che assegnerà alla casse le risorse necessarie. Stiamo lavorando con impegno per garantire sostegno e tutele alle categorie più colpite dall’emergenza Coronavirus.”

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Shutterstock

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