Ciclismo

Giro delle Fiandre 1994: il trionfo di Gianni Bugno davanti all’idolo di casa Johan Museeuw

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Sette millimetri per la gloria furono più che sufficienti per Gianni Bugno, vincitore del Giro delle Fiandre del 1994 dinnanzi al padrone di casa Johan Museeuw, in rimonta sulla linea del traguardo di Meerbeke. Il monzese Bugno, nella sua maestria in volata, volle sfidare la sorte alzando le braccia al cielo prima dell’arrivo, lasciando tutti nell’incertezza del fotofinish con Museeuw. Forse soltanto lui era sicuro di questa vittoria.

Era il 3 aprile del 1994, né pioggia né freddo nelle Fiandre, e Bugno arrivava da un’annata non propriamente positiva. Non vi furono azioni di rilievo nella prima parte della Ronde, fino a prima del Muro di Grammont, il più temuto, dove riuscirono ad evadere diciassette corridori tra cui gli stessi Bugno e Museeuw, ma anche Franco Ballerini, Andrei Tchmil, Johan Capiot ed Edwig Van Hooydonck. Qui però il plotoncino si sgretolò sotto il forcing di Guido Bontempi, Tchmil, e poi Capiot. Dietro quest’ultimo arrivarono prima Ballerini e Museeuw, poi Bugno e Tchmil. Sullo stesso Grammont, Capiot fu costretto alla resa. Ballerini si mise in testa al gruppetto. Al Bosberg fu lo stesso Bugno a mettersi alla guida del gruppo con un rapporto molto agile.

Chilometri conclusivi. Ballerini cercò di sorprendere tutti, ma Museeuw e Tchmil riuscirono a chiudere il buco a un chilometro dalla fine. Sul rettilineo d’arrivo di Meerbeke, in leggera salita, Bugno decise di prendere in testa la volata finale imponendo un certo vantaggio sui diretti avversari. Un trionfo quasi in tasca, sino alla rimonta di Museeuw. Gianni alzò le braccia al cielo prima di tagliare il traguardo, affiancato dal belga e dal suo colpo di reni. Un arrivo appaiato per i due, con Tchmil e il mai dimenticato Ballerini, sicuramente rispettivamente terzo e quarto. Gianni e Johan dovettero aspettare ben dieci minuti infiniti per il fotofinish, l’unico in grado di dichiarare il vincitore. Trionfò Bugno, trionfò l’Italia, per poco più di mezzo centimetro di bici.

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lisa.guadagnini@oasport.it

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Foto: Lapresse

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