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L’Italia è grande: Luciano Giovannetti, l’infallibile. Le apoteosi olimpiche nel pieno della Guerra Fredda

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Italiani: popolo di santi, navigatori e un bel po’ anche tiratori, come dimostra la storia olimpica del Bel Paese in tema di medaglie. Fra i tanti allori raccolti dagli alfieri azzurri ai Giochi rientra anche l’incredibile impresa di Luciano Giovannetti: l’uomo che vinse per due volte consecutive la gara a Cinque Cerchi di fossa, quello che oggi più comunemente chiamiamo trap.

Il pistoiese, classe 1945, è nel pieno della sua attività quando – dopo mille incertezze legate al boicottaggio – si presenta alle Olimpiadi di Mosca 1980 e in Russia infatti non tradisce: un piattello dopo l’altro, mancandone solo un paio. Totalizza un complessivo 198 su 200 sbaragliando la concorrenza rappresentata dal sovietico Rustam Yambulatov, dal tedesco dell’Est Jörg Damme e dal ceco Josef Hojný, che si fermano tutti a quota 196/200 dovendosi poi contendere argento e bronzo che vanno rispettivamente a quello che all’epoca era il padrone di casa e al teutonico.

Nello scenario moscovita risuona l’inno di Mameli ed è proprio in quel momento che dal podio parte la sfida più bella e difficile: diventare il primo tiratore a volo a riconfermare il proprio titolo olimpico.

Passano quattro anni: Los Angeles, 1984. Giovannetti veste i panni del favorito, anche perchè ai Mondiali Assoluti di Tiro del 1982 svoltisi a Caracas ha fatto doppietta: titolo individuale e titolo a squadre di specialità.

In California c’è vento. L’alfiere tricolore se la deve vedere ancora una volta con un beniamino locale: lo statunitense Daniel Carlisle, che peraltro è il detentore del record del mondo con 200 su 200 tra qualificazioni e finali. I bersagli si colpiscono a fatica e, per quei livelli, gli errori abbondano. Ci si arriva a giocare l’oro, inaspettatamente dopo un doppio errore dello yankee nell’ultima serie, con lo score di 192/200: Giovannetti, Carlisle e – a grande sorpresa – il terzo incomodo, il giovanissimo peruviano Francisco Boza.

Il vecchio leone italico, rispetto ai rivali che hanno 29 e 20 anni, fa valere la sua esperienza. Nella serie di spareggio da 25 piattelli ne rompe 24 mettendo ancora una volta “la boccia a punto”. Boza è argento a 23/25, relegando addirittura al bronzo (22/25) un deluso Carlisle. E’ finita, è ancora oro. La riconferma arriva. Giovannetti finisce dritto dritto nei libri di storia e nel cuore di molti italiani.

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michele.cassano@oasport.it

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Foto: FITAV

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