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Basket: i 5 casi della storia in cui lo scudetto non è stato assegnato

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1929, 1944-1945: scudetto non assegnato. 1943-1944: scudetto non omologato. 2011-2012 e 2012-2013: scudetto revocato. Per due volte il titolo di Campione d’Italia non ha neanche iniziato la ricerca di un padrone, in altre tre occasioni ce l’ha avuto per un arco di tempo che è risultato finito, a causa di ricorsi o di vicende giudiziarie sportive e non. Andiamo a vedere con ordine i motivi e le storie dietro a ciascuno di questi anni.

Nel 1929 c’erano ancora tantissime divisioni legate al fatto che da pochi anni si era riuscita a riunire tutta la pallacanestro maschile sotto un’unica Federazione, mentre fino al 1926 si erano disputati due campionati paralleli, uno gestito dalla Reale Federazione Ginnastica Italiana, l’altro da quella che poi sarebbe diventata la Federazione Italiana Pallacanestro. Lo stop di un anno permise di riorganizzare le cose e di procedere a una ripartenza nel 1930. L’annata 1944-1945, invece, a livello nazionale non si poté disputare perché l’Italia era completamente devastata dalla guerra, che imperversava su tutto il territorio nazionale.

Nella stagione 1943-1944, in cui ci furono peraltro moltissime difficoltà ad avere delle squadre partecipanti, si verificò invece quello che finora è l’unico caso di titolo non omologato. La Reyer Venezia aveva vinto il match decisivo del girone finale contro la Ginnastica Triestina per 25-23 (attenzione: si parla di un basket che era completamente diverso), ma a causa di un errore nella gestione del cronometro la squadra giuliana lamentò la discrepanza di circa un minuto tra il tempo reale e quello indicato. Il ricorso fu accolto, Venezia non poté fregiarsi di quello scudetto, ma del resto neppure la Ginnastica Triestina fu autorizzata a farlo proprio.

Infine, la vicenda più recente: Mens Sana Siena, in due stagioni ben diverse per andamento, 2011-2012 e 2012-2013. L’ultima parola, però, non la ebbe il campo, ma l’arresto di Ferdinando Minucci, l’uomo dietro ai molti successi della società dal 2002 in avanti, che aveva, secondo la Procura di Siena, provveduto all’arricchimento personale con un sistema complesso, ma tristemente efficace, di false fatturazioni. Nel 2016 la FIP radiò Minucci, Olga Finetti e Paola Serpi, che erano presidente, segretario generale e vicepresidente in quelle due annate, e tolse gli scudetti, una Supercoppa e due Coppe Italia alla Mens Sana. Il processo sportivo, a causa dell’annullamento della sentenza da parte del Collegio di Garanzia del CONI, si dovette rifare, ma la sentenza conclusiva fu esattamente la stessa. Anche questi titoli tricolori non sono mai stati riassegnati.

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Credit: Ciamillo

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