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Ciclismo, la NextGen dell’Italia: Simone Ravanelli. Dagli Elite all’Androni per confermarsi come uno degli scalatori migliori del panorama italiano

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Nei numeri precedenti di questa rubrica abbiamo sempre parlato di atleti U23, oggi, però, cambiamo e vi presentiamo un giovane italiano dal futuro luminoso che arriva dalla categoria Elite: Simone Ravanelli. Prossimo alfiere dell’Androni di Gianni Savio, Ravanelli non è un corridore esploso tardi, come lascerebbe pensare il fatto che abbia dovuto aspettare i 24 anni per passare professionista, ma un ragazzo il cui talento è sempre stato chiaro a tutti, il quale, però, è stato rallentato da alcuni fastidiosi problemi fisici.

Già nella prima stagione da U23, nel 2014, infatti, Simone fu capace di arrivare in top-10 al Giro delle Pesche Nettarine e di chiudere 13°, migliorando il piazzamento di giorno in giorno, al Giro della Valle d’Aosta. L’anno successivo quel 13° divenne un 7° posto, frutto nuovamente di una gara in continuo crescendo da parte del bergamasco. Se guardiamo i nomi dei corridori che arrivarono dietro a Ravanelli, oltretutto, troviamo gente che negli ultimi anni ha ottenuto bei risultati nel professionismo come Haig, Kamna e Schachmann.

Nel 2016, però, Simone è stato risucchiato da un vortice che per due anni non gli ha dato tregua. A fine 2017 non ha trovato un posto nel professionismo e, così, ha deciso di accasarsi alla Biesse Carrera Gavardo, una continental. Nel 2018 la sfortuna ha finalmente deciso di lasciarlo in pace e i risultati si sono visti subito. Il bergamasco ha vinto quattro gare, di cui anche una internazionale, ovvero il Trofeo Alcide de Gasperi. Quel giorno, a parte De Bod 2° a 18″, arrivarono tutti a oltre quattro minuti da Ravanelli. La prestazione più convincente in assoluto, ad ogni modo, l’ha fatta al Giro del Friuli: 5° in classifica generale e terzo nell’arrivo in salita posto in cima al Rifugio Alpino G.Pelizzo, battuto, in uno sprint a tre, da due come Einer Augusto Rubio Reyes e Tadej Pogacar.

Con quei risultati avrebbe meritato di passare pro già nel 2019, ma nessuno gli ha offerto un contratto e, allora, è rimasto in Biesse Carrera Gavardo per un’altra stagione. Deluso per il mancato ingaggio da parte di un team professionistico, Simone è riuscito a elevare il suo livello ulteriormente. Il primo grande risultato è stato il 3° posto alle spalle di Cattaneo e Masnada al Giro dell’Appennino, grazie al quale è stato contattato e, in seguito, messo sotto contratto dall’Androni. Nel prosieguo dell’anno il bergamasco ha sfornato anche altre grandi prestazioni. 2° nell’arrivo in quota di Gérardmer al Tour de la Mirabelle, battuto solo dal grimpeur britannico Daniel Pearson, 1° con vittoria di tappa in solitaria sul Nevegal al Giro del Veneto, 1° al Trofeo MP Filitri con 1’50” di vantaggio su Andrea Bagioli 2°, 1° al Giro del Medio Brenta con 1’56” di vantaggio su Filippo Zana 2°.

Come si è visto nelle varie classiche italiane di fine stagione corse da stagista con l’Androni, nelle quali Ravanelli può vantare anche due top-20 all’Agostoni e alla Tre Valli Varesine e ha come peggior piazzamento un 42° posto al Memorial Pantani, il bergamasco è un corridore assolutamente pronto per il professionismo. Già da ora, Simone, ha tutto ciò che serve per ereditare quel ruolo di puncheur nelle corse dure che fino al 2019 è stato di Cattaneo e Masnada.



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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Sandro Niboli

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