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Ciclismo, la NextGen dell’Italia: Alessandro Covi. L’esordio con la UAE sognando le grandi corse a tappe

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Alessandro Covi è uno dei talenti italiani più interessanti tra quelli nati sul finire degli anni ’90. Forte sia sul passo che in salita e dotato anche di spunto veloce, il novarese, atteso nel 2020 al passaggio al professionismo con la UAE Team Emirates, si presenta come un corridore completo, in parte ancora alla ricerca della sua strada. La capacità di vincere sprint ristretti unita al fatto di difendersi quando la strada va su, fa pensare che il terreno d’elezione di Alessandro siano le classiche, ma nelle categorie giovanili, in realtà, il meglio di sé lo ha dato nelle corse a tappe.

Già al primo anno tra gli juniores, Covi, si mise in luce in una corsa a tappe internazionale svizzera: il Tour du Pays de Vaud. Qui fu 8° in classifica generale e 5° nel tappone, ove arrivò nel gruppo dei migliori inseguitori del dominatore Adrien Costa. Nella seconda stagione, sempre in terra elvetica, colse la piazza d’onore in una gara che si snodava in quattro frazioni quale il GP Ruebiland. Inoltre, in quella stessa annata aveva vinto la Montichiari-Roncone, gara di un giorno, ma con arrivo in salita, battendo in volata ristretta nomi del calibro di Tadej Pogacar e Samuele Battistella.

Passato under 23 con la Colpack, dopo una stagione di apprendistato, esplose in modo fragoroso nella primavera del 2018. Prima fu 2° alla Vuelta al Bidasoa, in Spagna, ove conquistò anche le due tappe più dure. In seguito fu anche 4° alla Vuelta a Navarra vinta dal compagno Francesco Romano. Prese, successivamente, parte al Giro d’Italia under 23, nel quale prima giunse 2° nella frazione di Sestola e, poi, grazie ad un’ottima prestazione nella cronometro dell’ultimo giorno, agguantò un buonissimo 8° posto finale che fece di lui il miglior italiano in classifica generale. Alessandro, in quell’occasione, manifestò una flessione in salita con il passare dei giorni, ma riuscì, comunque, ad arrivare alla prova contro il tempo conclusiva con la benzina necessaria per rimontare tre posizioni. Terminò l’anno in bellezza conquistando, grazie ad una fuga da lontano, una tappa al Tour de l’Avenir.

L’obiettivo del 2019 era nuovamente la Corsa Rosa riservata agli ex dilettanti e, nell’occasione, non ha deluso. Covi, infatti, al Giro è giunto 4°, primo dei non colombiani. L’unico neo il ripresentarsi di questa tendenza a calare col passare dei giorni, tanto che ha perso il podio all’ultima tappa. Alessandro, nelle frazioni di montagna, ha pian piano perso smalto. Nel primo arrivo in salita, sul Monte Amiata, fu 4°, staccato solo dai colombiani Ardila, poi vincitore, e Rubio (Verschaeve gli arrivò davanti poiché era in fuga). Sul Passo Maniva, invece, arrivò 5°, perdendo anche le ruote di Pena e Alba.

Nella tappa del doppio Mortirolo Covi fu 10°, a 2’44” dal vincitore Alba. Per la verità, ad ogni modo, oltre al colombiano appena citato, gli unici altri uomini di classifica che lo staccarono furono Ardila, Rubio e Conca. E’ all’ultimo giorno, sul Fedaia, che Alessandro subisce il colpo più pesante. Giunge al traguardo 11°, prima volta fuori dalla top-10 in una frazione di alta montagna, e in neanche 40 km prende 2’13” da Rubio.

Nonostante questa flessione, comunque meno evidente rispetto a quella dell’anno prima, i miglioramenti sono stati evidenti. Guardando la sua gara, oltretutto, si può notare come si trovi decisamente più a suo agio nelle tappe con una sola salita piuttosto che in quelle che presentano una serie di ascese una in fila all’altra. Un’allergia agli sforzi ripetuti, inoltre, spiegherebbe anche il perché, nelle corse in linea, si trova meno a suo agio che nelle corse a tappe (in tre anni solo una top-10 in classiche internazionali di categoria, un 5° posto al Trofeo Piva 2019).

Per una serie di aspetti: lo spunto veloce, le buone doti a cronometro, la capacità di cavarsela anche su salite lunghe e l’appena citata predilezione per uno sforzo secco piuttosto che per una serie di sforzi ripetuti, viene facile l’accostamento con il nuovo compagno di squadra Diego Ulissi. Il toscano, due volte iridato tra gli juniores, ha saputo costruirsi una carriera di qualità ottenendo ottimi risultati nelle brevi corse a tappe, nelle frazioni dei grandi giri e nelle classiche con arrivo in salita. Alessandro potrebbe percorrere una strada simile, covando, però, il sogno di fare una buona classifica al Giro d’Italia, dato il lavoro che sta facendo da anni sulle corse a tappe e che, per il momento, ha dato indubbiamente dei buoni frutti.

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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Comunicato Stampa Colpack

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