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Tennis, Jannik Sinner ha un futuro luminoso, ma adesso lasciamolo tranquillo

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Lo straordinario 2019 di Jannik Sinner si chiuderà col torneo di casa, il Challenger di Ortisei, e sono già noti i suoi impegni per i primi mesi del 2020. Il suo coach Riccardo Piatti ha svelato dove giocherà il suo allievo a gennaio e a febbraio: intanto può entrare direttamente nel tabellone degli Australian Open ma prima dello Slam inaugurale del prossimo anno sta aspettando di ricevere una wild-card per il torneo di Doha, mentre le ha già ricevute per quelli indoor di Montpellier, Rotterdam e Marsiglia, che si giocano subito dopo il grande appuntamento di Melbourne.

E’ inevitabile che ci sia grande curiosità per come si comporterà il 18enne altoatesino di Rio in Pusteria l’anno prossimo dopo un 2019 nel quale ha scalato più di 450 posizioni nella classifica mondiale e nel quale soprattutto nell’ultimo mese ha mostrato impressionanti progressi sia da punto di vista del gioco sia dal punto di vista della freddezza e della capacità di giocare bene i punti importanti. La chicca finale è arrivata col trionfo nelle NextGen ATP Finals di Milano, arrivata, è vero, in condizioni particolari, con i set accorciati e il deciding point sul 40-40 che ha reso tutto più veloce, come piace a lui, ma con un gioco e un atteggiamento in campo che hanno esaltato tutto il pubblico dell’Allianz Cloud / Palalido ma anche chi lo ha seguito da casa.

Il futuro sembra luminosissimo per Jannik, che in queste ultime settimane ha giocato quasi costantemente a un livello almeno da top 20 del mondo, il tutto a soli 18 anni e 2 mesi, ma purtroppo abbiamo letto e sentito troppa esaltazione per i risultati dell’altoatesino da parte di qualche addetto al lavori, sia sui social sia sui media tradizionali. Tutta questa euforia può risultare deleteria perché negli appassionati suscita speranze che potrebbero rivelarsi eccessive: la gente, quando compare un potenziale idolo, vuole tutto e subito ma ogni atleta deve fare il suo percorso per progredire, indipendentemente dall’età della sua esplosione, e deve lavorare con la massima serenità e con il minor numero possibile di interferenze esterne.

Se invece il nuovo idolo non raggiunge i risultati preconizzati, magari per colpa di qualche problema fisico che ovviamente non gli auguriamo, può venire massacrato senza pietà: ci ricordiamo benissimo come si comportò la stampa con Alberto Tomba l’inverno successivo alle due medaglie d’oro olimpiche di Calgary. Per fortuna il bolognese aveva una tempra d’acciaio che gli faceva scivolare via tutta la pressione che gli veniva rovesciata addosso dai media. Sinner sembra della stessa pasta di Alberto ed ha anche uno staff, come lo aveva Alberto, in grado di proteggerlo e farlo lavorare tranquillo e divertendosi senza mettergli ansia. Ecco la parola d’ordine per il 2020 del giovane Jannik: lasciamolo lavorare in tranquillità e serenità, e se son rose, siamo sicuri che fioriranno in maniera cospicua.

 

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massimiliano.valle@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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