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MotoGP, Yamaha e Ducati non si scoprono a Valencia, ma qualcosa si è intravisto

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Come si può riassumere la due-giorni di test di Valencia 2019 della MotoGP per Yamaha e Ducati? Se volessimo essere davvero stringati si potrebbe dire che le due scuderie hanno preferito non scoprirsi troppo verso il prossimo campionato e che hanno preferito capire definitivamente i problemi delle moto che hanno concluso la stagione proprio domenica sul circuito intitolato a Ricardo Tormo. Come unico comune denominatore, tuttavia, i due team hanno già iniziato a puntare il mirino sulla schiena di Marc Marquez che, anche nella prossima annata, sarà l’uomo da battere.

La Yamaha ha messo in mostra quello che, sostanzialmente, si era visto anche nello scorso weekend, quantomeno prima della gara. Maverick Vinales, Fabio Quartararo e Franco Morbidelli hanno monopolizzato le prime posizioni della classifica, mentre Valentino Rossi ha accusato qualche decimo di distacco rispetto i compagni di marchio. La M1 che è scesa in pista a Cheste con la nuova versione del motore, quantomeno con il team ufficiale. Il nuovo nato della casa di Iwata è la maggiore novità proposta. Non ha cambiato radicalmente lo scenario, dato che la velocità rimane ancora di circa 10kmg inferiore a quella di Honda e Ducati, e ha anche emesso un campanello d’allarme con la “fumata” di ieri con Valentino Rossi. Su questo punto capiremo di più quando saremo a Sepang e Losail per i test di febbraio, ma una prima modifica si è vista: la presa d’aria anteriore della M1 è più alta e meno stretta, per incanalare in maniera più efficiente i flussi per andare a raffreddare il propulsore. A livello di telaio, invece, i piloti hanno sottolineato la bontà dello chassis nipponico, per cui qualche buon segnale si è visto. Per il resto pochi spunti e tanto silenzio, con tecnici e ingegneri che non hanno voluto svelare se già in questi giorni sotto la scocca ci fossero pezzi pronti per il 2020.

Discorso ancor più nebuloso per la Ducati. Il team di Borgo Panigale ha interpretato questi test valenciani in maniera decisamente tranquilla, con il solo Andrea Dovizioso per il team ufficiale, che ha lavorato per pochi giri e solo sui dettagli. Come ha spiegato il pilota romagnolo il nuovo telaio ha dato ottime risposte, come l’edizione rinnovata del motore emiliano. Qualche cavallo in più è stato aggiunto, per provare a distanziare nuovamente quello Honda nel confronto diretto, ma sarà decisivo svilupparlo in vista della conduzione della curva, il vero neo della GP19. Per il resto il team tinto di rosso ha svolto parecchi studi sulle altezze della moto, senza apportare grandi rivoluzioni rispetto al progetto di un anno fa.

In poche parole le inseguitrici di Marc Marquez hanno iniziato a gettare le basi verso il prossimo campionato, ma senza forzare in maniera particolare. Tutto sarà rimesso in bilico nelle prossime settimane, e inizieremo davvero a capire come si svilupperà il prossimo anno solamente dai test di Malesia e Qatar. In quella occasione vedremo le moto 2020 quasi pronte per l’esordio del Mondiale, con tutte le novità aerodinamiche, tecniche ed a livello di motore che dovranno spingere gli otto piloti di queste due case verso il grande obiettivo: fermare il dominio del campione del mondo.

 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Valerio Origo

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