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Coppa Davis 2019: perché l’Italia è stata eliminata? Condizione fisica precaria e scelte poco coraggiose di Barazzutti

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L’avventura dell’Italia nelle Finals di Coppa Davis 2019 è finita. La formazione capeggiata da Corrado Barazzutti, oggettivamente, ha deluso le attese ed ha chiuso anzitempo l’avventura alla Caja Magica di Madrid (Spagna), terminando all’ultimo posto nel Gruppo F alle spalle del Canada e degli Stati Uniti. I presupposti, alla vigilia di questa rassegna, erano importanti, ma non sempre considerare il ranking dei singoli giocatori porta alla sintesi sperata.

Cosa quindi non ha funzionato? In primis, i due riferimenti azzurri sono arrivati non al meglio della loro condizione: il n.8 ATP Matteo Berrettini, reduce da un’annata strepitosa che nel giro di un anno l’ha proiettato ai vertici del circuito, non ne aveva proprio più. Ha lottato coraggiosamente con il talentuoso Denis Shapovalov e il potente Taylor Fritz, ma alla lunga l’azzurro ha pagato le tossine nei muscoli; il n.12 del mondo Fabio Fognini è andato invece a corrente alternata e le problematiche al piede sono le solite. Il risultato, quindi, è stato fortemente condizionato da una forma non idonea, su una superficie che soprattutto per il ligure era troppo veloce. Questi aspetti, in un format logorante anche ben oltre l’accettabile, ha reso ancor più ardua la scalata alla selezione del Bel Paese.

Altro aspetto da considerare riguarda l’operato di Barazzutti. Probabilmente, il capitano non giocatore nelle sue scelte non ha avuto troppo coraggio. Tenendo conto delle fatiche dei suoi top player, forse guardare alla panchina non sarebbe stato un errore perchè Lorenzo Sonego o Andreas Seppi il loro contributo avrebbero potuto darlo. Inoltre, l’assenza dell’astro nascente Jannik Sinner tiene banco, anche se in quest’ultimo caso c’è da dire che l’impegno con la maglia azzurra non era parte della programmazione dell’altoatesino. Pertanto un’Italia con i cerotti che, probabilmente, non è riuscita ad esprimere il meglio che poteva in una competizione da registrarsi sul piano squisitamente organizzativo, viste le evidenti criticità sui tempi di gioco troppo lunghi.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse 

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