Pallavolo

Volley femminile, Italia-Serbia 1-3: le pagelle delle azzurre. Sylla e Sorokaite insufficienti, Egonu perde il confronto con Boskovic

Federico Militello

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E’ terminata come da pronostico in semifinale l’avventura dell’Italia agli Europei 2019 di volley femminile: le azzurre si sono arrese per 3-1 alle campionesse del mondo della Serbia, come già accaduto nella finale iridata del 2018. Al momento il gap tra le due compagini resta marcato.
Andiamo a scoprire i voti delle azzurre.

PAGELLE ITALIA-SERBIA 1-3

Indre Sorokaite, 4: in questo Europeo aveva camuffato le lacune in ricezione con una devastante incisività in attacco. Oggi ha trovato un ostacolo invalicabile nel muro della Serbia. I numeri sono impietosi: 38% di ricezione positiva e 29% in attacco. Con queste percentuali, l’italo-lituana rappresenta un problema più che un valore aggiunto. Mazzanti non se l’è sentita di sostituirla con Lucia Bosetti, eventualmente non ancora al meglio fisicamente.

Ofelia Malinov, 5,5: fa quel che può, sovente si ritrova a dover fare i conti con una ricezione problematica e palleggiare palloni scontati. Anche oggi, come per tutto l’Europeo (e a differenza del preolimpico), palesa un’intesa non irresistibile con le centrali e con Sylla. Di sicuro l’italo-bulgara ha perso nettamente il confronto diretto con la navigata Ognjenovic.

Monica De Gennaro, 5,5: non vive una delle giornate migliori della carriera. In ricezione fatica sulle bordate in battuta di Boskovic e Mihajlovic, anche se ha il compito non semplice di mascherare le lacune di Sylla e Sorokaite. In difesa meno attenta del solito su qualche pallonetto che cade con troppa facilità.

Raphaela Folie, 5: la giocatrice spumeggiante del preolimpico non si è mai vista in questo Europeo. 4 su 11 in attacco (modesto 36%), un solo muro realizzato. Una partita impalpabile, viene sostituita da Fahr.

Alessia Orro, 6: entra per qualche scambio al posto di Malinov. Fa il suo, affidandosi con buona continuità ad Egonu. La sensazione è che questa sera l’opposto abbia attaccato meglio i palloni serviti dalla palleggiatrice di riserva.

Cristina Chirichella, 6.5: l’ultima ad arrendersi, l’unica che attacca con continuità (75%), realizza anche tre muri. Capitana coraggiosa, ma non è bastato.

Sarah Fahr, 6,5: entra nel quarto set al posto di Folie con personalità. A 17 anni realizza 4 punti, con ben 3 muri. Il futuro è suo, oggi l’Italia ha palesato un gap importante dalla Serbia nel reparto delle centrali e Mazzanti potrebbe decidere di puntare molto su questa giocatrice.

Sylvia Nwakalor, 6: entra nel finale di partita e, con un’ottima serie al servizio (condita da un ace), quasi la riapre. Un Europeo da comparsa per una giocatrice di cui il ct non sembra fidarsi appieno a causa della giovane età.

Miriam Sylla, 5: si supera in ricezione (68% positiva), ma in attacco vive la peggior partita dell’Europeo. Mette a terra appena 7 palloni su 23 tentativi (30%), sovente non schiaccia a tutto braccio ma con dei pallonetti telefonati, complice un’intesa non perfetta con Malinov.

Paola Egonu, 5,5: i 26 punti, a nostro avviso, non bastano per la sufficienza. 18 errori in attacco, 3 al servizio, 21 complessivi sui 35 compiuti dall’Italia. Una caterva di gratuiti, peraltro quasi sempre nei momenti cruciali della partita. La Nazionale azzurra, per vincere, ha bisogno della sua stella. Tuttavia in questo Europeo non si è mai vista la vera Paola Egonu, probabilmente giunta a questo evento con le pile scariche dopo una stagione logorante. Attualmente resta un gradino sotto alla grande rivale Boskovic, più continua e dotata di una maggiore varietà di colpi.

Davide Mazzanti (ct), 5: l’Italia ammirata ai Mondiali 2018 è solo un ricordo. E’ bastato l’infortunio a Lucia Bosetti per perdere certezze e convinzioni, con una lacuna in ricezione rimasta irrisolta. Nonostante gli errori a raffica di Egonu, Sorokaite e Sylla, non ha fatto ricorso alla panchina, se non a partita ormai compromessa. Alcune vicende di questa estate andranno chiarite (su tutte il caso Elena Pietrini), magari recuperando giocatrici come Caterina Bosetti che garantirebbero un maggiore equilibrio. Ad ogni modo, un anno dopo il gap dalla Serbia si è ampliato e non è una buona notizia verso le Olimpiadi di Tokyo 2020.

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federico.militello@oasport.it

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Foto: Cev

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