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Golf, PGA Tour 2019: riparte la nuova stagione con l’A Military Tribute at The Greenbrier. Poche stelle per un percorso superlativo

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Sono passati ormai una quindicina di giorni dalla doppia vittoria di Rory McIlroy nel Tour Championship e nella FedEx Cup che ha chiuso la stagione 2018/2019 del PGA Tour, ma il brevissimo periodo di vacanze estive del circuito golfistico più prestigioso del mondo è già volto al termine. Siamo in procinto di iniziare una nuova lunga ed entusiasmante stagione che come di consueto verrà inaugurata dall’ A Military Tribute at The Greenbrier (ex Greenbrier Classic, rinominato dal 2018), il primo di ben 49 tornei giunto alla nona edizione.

Si gioca sull’ Old White TPC del Greenbrier Resort in West Virginia, un campo Par 70 che si estende per circa 7.300 metri. Un TPC atipico con un layout intrigante e molto vario, che certamente non può essere considerato un percorso “di routine” per bombardieri della domenica ma va studiato e praticato per poter essere compreso al meglio, oltretutto impreziosito da viste mozzafiato e panoramiche che regalano al torneo ancora più fascino. Per certi versi l’Old White può ricordare anche un campo Links scozzese per la presenza di numerose gobbe che rendono i fairway molto ondulati e costringono così i giocatore a cercare il piazzamento dal tee invece che sparare una bomba alla cieca.

Saranno 156 gli atleti a competere ma, come sovente è accaduto in passato, il Greenbrier Resort non ha mai attirato particolarmente né grandi campi né grossi sponsor. Solo una manciata di giocatori d’élite saranno dunque impegnati per questa prima tappa del tour americano, tra cui possiamo rimarcare gli statunitensi Bryson DeChambeau e Bubba Watson e l’australiano Marc Leishman; il resto del field è principalmente composto da golfisti di fascia media, veterani o i neolaureati del Korn Ferry Tour in cerca di visibilità e buoni risultati fin da subito. Altri due giocatori da tenere d’occhio sono il veterano quarantatreenne Zach Johnson, sempre molto pericoloso su questo tipo di campi corti e tecnici, e il trionfatore della passata edizione, il sudcoreano Kevin Na. Non ci saranno italiani al via. 

Tra i rookie il nome più altisonante è certamente quello del talento di Oklahoma State Viktor Hovland, già capace di mettersi in mostra parecchio quest’estate prima nell’Open Championship e poi al Wyndham Championship dove ha raggiunto il migliore risultato della sua carriera, un quarto posto. Il PGA Tour riapre dunque i battenti ed è davvero un peccato che l’entry list sia tutto fuorché elettrizzante perché il 18 buche sul quale si disputerà la sfida è forse uno dei più peculiari e interessanti tra quelli del calendario.

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Foto: shutterstock.com

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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