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Wimbledon 2019: nella finale più lunga Novak Djokovic doma Roger Federer per 13-12 al tie-break del quinto set

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Al termine di una finale al cardiopalma, una delle più belle di sempre, durata 4 ore e 57 minuti, la più lunga della storia del singolare maschile di Wimbledon, Novak Djokovic ha battuto Roger Federer col punteggio di 7-6 1-6 7-6 4-6 13-12.

Nel quarto game è Djokovic il primo, a causa di un paio di distrazioni, a concedere una palla break che però lo svizzero manca sbagliando il dritto, nel game successivo Roger si aggrappa al servizio per rimontare da 0-30. Sul 5-4 Federer arriva a due punti dal set con due palle corte pazzesche ma Nole si salva senza concedere set point, sul 5-5 è il fuoriclasse di Basilea a essere sotto di un 15 ma recupera con almeno un paio di prodezze. Si va al tie-break, equilibrio assoluto fino al 5-5 e decidono un attacco in back di rovescio lungolinea di Djokovic e un rovescio sbagliato da Federer: 7-5.

A sorpresa è il numero 1 del mondo a essere breakkato per primo subito in apertura di secondo set per colpa di un paio di errori gratuiti, i break diventano addirittura due e Roger vola sul 4-0 e poi intasca un terzo break per aggiudicarsi il parziale per 6-1 in soli 25 minuti, con solo il 50% delle prime di servizio messe in campo, a dimostrazione di quanto sia andato in tilt Djokovic, cosa che ogni tanto gli capita, ma non troppo spesso.

Nole torna in modalità “non sbaglio più” all’inizio del terzo set, nessuno scossone per chi serve fino al 4-4, quando Federer si ritrova 15-30 ma ribalta la situazione senza fare una piega, nel game successivo il 37enne di Basilea si procura un set point con un’incredibile demi-volée di rovescio che il serbo di Belgrado annulla con una prima vincente. Inevitabile un altro tie-break e ancora una volta lo vince Djokovic per 7-4 grazie soprattutto a un parziale iniziale di 5-1 in cui non ha sbagliato praticamente nulla, 52 minuti la durata del set.

Il match sembra ormai indirizzato a favore di Nole ma il serbo sul 2-2 del quarto set spegne di nuovo momentaneamente il computer e concede un parziale di 10 punti a 1 e il 4-2, ovviamente con break, allo svizzero, per il quale i servizi di vantaggio diventano immediatamente due, anche se subito dopo ne restituisce uno concedendo le prime palle break di tutto il match e arrendendosi alla seconda occasione. Federer però va a servire sul 5-4 e si aggiudica il game a zero trascinando la partita al set decisivo dopo 40 minuti di parziale.

Roger nel quarto game del quinto parziale, sfavorito due volte dal nastro, deve fronteggiare tre palle break, di cui due consecutive, sulla terza mette uno dei suoi ace, Djokovic nel quinto gioco si fa rimontare da 40-0 ma rimedia da par suo. Altre due palle break a favore del serbo grazie a tre rovesci sbagliati di Federer e il serbo concretizza la seconda con un gran passante di rovescio. Sul 4-2 ancora una volta sembra finita ma Nole rimette in gioco nuovamente Roger perdendo a sua volta il servizio anche per colpa di un doppio fallo sul 30-30.

Sul 5-4 Djokovic si porta a due punti dalla vittoria ma Federer non gli permette di arrivare a match point, nel game seguente il serbo è 15-30 con un doppio fallo ma si salva dall’eventualità di concedere due palle break all’avversario con una palla corta seguita da un’incredibile volée di dritto in tuffo. Si arriva al 6-6 ma il tie-break nel quinto set non c’è prima del 12-12. Sul 7-7 Djokovic si fa rimontare dal 30-0, non solo, concede una palla break con due errori consecutivi di dritto sulla quale Federer gioca un passante di dritto vincente e va a servire per il nono titolo a Wimbledon, ma lo svizzero dopo due ace si “autocontrobreakka” con tre errori, mancando due match point, il secondo dei quali per la verità annullato dal serbo con un passante di dritto.

Sull’11-11 lo svizzero ha altre due palle break ma sulla prima mette largo un passante di rovescio e Djokovic annulla la seconda con uno smash, di solito il suo punto debole. Si arriva effettivamente al 12-12 e si gioca per la prima volta a questo punto il tie-break nella storia del singolare maschile di Wimbledon, e come gli altri due in questa stupenda partita è Djokovic ad aggiudicarselo per 7 punti a 3. Il serbo eguaglia i cinque trionfi di Bjorn Borg giocando al meglio tutti i punti importanti, compresi i due match point contro: nessuno aveva mai vinto una finale del singolare maschile di Wimbledon nell’Era Open salvandosi a un passo dal baratro e per la terza volta su tre batte lo svizzero in finale ai Championships dopo quelle del 2014 e del 2015. Una sconfitta che fa molto male a Federer: ha abituato a stupire tutti più e più volte ma difficilmente avrà un’altra occasione come quella di oggi per rimpinguare il suo palmares e, ancora una volta, in una partita lottata al quinto set, è mancato nei momenti decisivi, come quasi sempre gli è capitato in carriera.

 

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Foto: LaPresse

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