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Scherma, Mondiali 2019: favola Moellhausen. Curatoli, il “cucciolo” è diventato grande

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La giornata dei sogni e delle “prime volte” storiche. Che Mondiale pazzerello sembra essere quello di Budapest 2019. Hong Kong, Brasile e Iran hanno agguantato oggi le prime storiche medaglie iridate della loro storia nella scherma. Nathalie Moellhausen, affascinante spadista 33enne residente a Parigi, nata e cresciuta a Milano da mamma brasiliana e papà italo-tedesco, torna sul podio nove anni dopo il bronzo di Parigi 2010 (per l’Italia), quando coordinò la Cerimonia d’apertura, e si veste addirittura dei colori dell’iride, questa volta per la patria che l’ha adottata… Attenzione però a prendere con la giusta misura i risultati del torneo di scherma ungherese che arriveranno da qui in avanti: in questo momento tutti gli atleti hanno in testa la qualificazione a Tokyo 2020, che passa principalmente dalla prova a squadre. E’ lì che si concentreranno gli sforzi dei protagonisti. Controllate l’albo d’oro del Mondiale nell’anno prima dei Giochi: non è che vincere il titolo porti poi così bene. Non vogliamo mettere le mani avanti in caso di mezzo fallimento azzurro (troppo presto per dirlo e comunque oggi un bronzo individuale è arrivato tra spada donne e sciabola uomini, un mese fa agli Europei nemmeno quello), ma semplicemente constatare una grande realtà confermata da tanti dati.

STORIA

Mai, è evidente, il Paese verdeoro del calcio aveva conquistato una medaglia d’oro iridata nella scherma. L’impresa riesce in una giornata in cui il Vecchio Continente fa fatica nella spada femminile (solo tre rappresentati su otto ai quarti) e solo l’ucraina Kryvytska salva l’onore delle armi conquistando il bronzo. Una mezza rivoluzione che in realtà nella spada è all’ordine del giorno soprattutto ai Mondiali, ricordando però che l’altro bronzo ex aequo, andato alla rappresentante di Hong Kong, Kong, era stata per l’intera annata atleta da n.1 del ranking assoluto e quindi non può certo rappresentare una sorpresa. Popescu, le italiane, le russe, le estoni, le americane iridate a squadre sono tutte uscite in anticipo in una giornata folle per questo sport. Le azzurre hanno certamente sprecato una bella occasione: Fiamingo è stata precipitosa nel primo assalto di giornata una volta agguantato il minuto supplementare. Non crediamo stia vivendo un calo di motivazioni o sia meno concentrata sul suo grande amore, la spada. Piuttosto, che ci sia di mezzo una piccola involuzione tecnica? Questo potrà spiegarlo eventualmente solo il suo maestro o il ct azzurro, Sandro Cuomo. Mara Navarria si è persa al secondo turno con la tedesca Ndolo, poi precocemente eliminata, quando conduceva 14-13 dopo una bella rimonta sotto 2-5. La campionessa iridata in carica non ha confermato dunque il titolo di Wuxi 2018 uscendo presto di scena dalla lotta per le medaglie, mentre quanto meno Alberta Santuccio, miglior spadista azzurra sia ai Mondiali (oggi, fuori agli ottavi) che agli Europei di Dusseldorf a giugno (eliminata ai quarti), può in qualche modo consolarsi per il fatto di essere stato battuta dalla futura campionessa del mondo, Moellhausen: che nella sfida contro la siciliana conduceva 14-12 e si era fatta comunque rimontare fino al 14-14, prima di mettere la “botta” vincente.

Un dato accomuna la prova delle italiane: sono state tutte sconfitte per una stoccata, o al minuto supplementare o entro i tre minuti. Una situazione su cui riflettere perché appunto una “botta” in più  o in meno spesso cambia la storia sportiva di un’atleta. Quella di Moellhausen è una favola a lieto fine che ha dell’incredibile: atleta, modella, attrice, interessata all’arte in tutte le sue sfaccettature, Nathalie prende un’arma in mano a sei anni, nella sua città natale, tira e vince per l’Italia sino a Londra 2012 (anche iridata a squadre nel 2009 e bronzo europeo 2011), prima di smettere per un biennio (2012-2014), dedicarsi ad altre attività e riprendere poi con i colori di un’altra nazione, quella di parte materna, il Brasile, dal 2014. Nel 2015 sembra in crisi, a Rio 2016 vola invece fino ai quarti di finale e oggi si prende quel titolo Mondiale che l’Italia sognava per lei nove anni fa. Il talento di certo non le è mai mancato. Semmai, si avevano dubbi sul fatto che il vero amore fosse la scherma e non l’arte. Fugati, oggi, grazie a questa impresa d’oro. Con dedica struggente al papà. Te la meriti tutta questa gioia, Nathalie. Per non aver mai mollato!

CUCCIOLO

Sempre in data odierna arrivava la consacrazione per Luca Curatoli, che sfruttava al meglio l’uscita anticipata dal suo lato del tabellone della bestia nera “Szilagyi“, superava agli ottavi il georgiano Sandro Bazadze in un match molto complicato e poi volava fino alle semifinali, arrendendosi al coreano Oh Sanguk, come in stagione quasi imbattibile. Per il 24enne napoletano, dalla scherma grintosa, ma anche molto tecnica, è il primo podio iridato dopo il bronzo europeo del 2017. Vale tanto, in questo momento, ma non può che essere un punto di partenza. Sul di lui sono riposte le principali chance da medaglia in quest’arma, a livello individuale, a Tokyo 2020 per l’Italia: se Luca riuscirà a compiere un passo avanti il prossimo anno nel senso della continuità, poi nessun traguardo gli sarà precluso. Come nella prova a squadre, dove lui, Berrè, Samele e Montano sono forse gli unici quattro atleti in grado di poter impensierire la corazzata coreana.

 

 

 

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Foto: Bizzi

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